17 mar 2011

150 anni di Italianità

 
Io do il mio nome alla Giovine Italia

 associazione di uomini credenti nella stessa fede;
giuro, invocando sulla mia testa l'ira di Dio, l'abominio degli uomini e l'infamia dello spergiuro, s'io tradissi in tutto o in parte il mio giuramento.
Giuro di uniformarmi alle istruzioni che mi verranno trasmesse, nello spirito della Giovine Italia da chi rappresenta con me l'unione dei miei fratelli e di conservarne, anche a prezzo della vita, inviolati i segreti. Giuro di consacrarmi tutto e per sempre a costituire con essi l'Italia nazione una, indipendente libera e repubblicana."
Giuramento dei ragazzi della Giovine Italia-

Benigni canta l'Inno di Mameli  "come lo avrebbe intonato uno di quei ragazzi che andavano a morire per fare la patria". E ammonisce: "Un Paese che non proclama con forza i propri valori è pronto per l'oppressione"
 


 
A seguire la "lectio magistralis" di  Roberto Benigni sull' Inno di Mameli:
1° parte
2° parte
3° parte

Gli storici si confrontano sulla storia d’Italia. Il Risorgimento, la classe dirigente, la Chiesa, la prima guerra mondiale, il fascismo, la resistenza, la seconda guerra mondiale, l’emigrazione, le trasformazioni sociali: gli storici rispondono alle domande di Giovanni Minoli

15 mar 2011

Il grande Gatsby

Il grande Gatsby
di Francis Scott Fitzgerald

Se la letteratura ha come pregio quello di acuire le nostre percezioni, far sentire la complessità della vita e degli uomini, difenderci dall'ipocrisia e dalla meschina certezza dei nostri giudizi che spesso hanno il fetore della  condanna, se la letteratura è anche questo, sicuramente "Il grande Gatsby" è uno dei romanzi più straordinari che io abbia letto finora.
Non si può non rispecchiarsi in Nick, l'io narrante, e non provare una certa empatia per Gatsby,  l'ideale del sogno americano, l'uomo nato dal nulla e fattore del proprio destino. Il sogno  americano: la promessa del futuro,  a differenza di noi vecchi europei che abbiamo un passato con cui dobbiamo continuamente confrontarci. Povero e per questo respinto dalla ragazza più desiderata che gli preferisce  il brillante e ricco signorotto, Gatsby sin da adolescente sa ciò che vuole essere e venderà persino l'anima per realizzare il suo sogno:  diventare sfarzosamente ricco per conquistare Daisy, la ragazza dai modi affettati e dalla voce "full of money", volubile e inafferrabile come lo sono i sogni.
E infatti "Il grande Gatsby" acquista valenza di universalità proprio quando incarna l'illusione di realizzare il sogno. I sogni sono puri finchè c'è il desiderio, etereo, evanescente che li renderli grandi. Ma i sogni sono ideali perfetti e quando si cerca di sovrapporli a una realtà, che per sua natura è imperfetta, incompleta, in continuo divenire, il sogno si distrugge e spesso trascina nel  suo vuoto lo stesso autore.
C'è un'immagine  in questo romanzo che resterà senz'altro per sempre nel mio immaginario: il colore verde.
Verde, come ci dice lo stesso Fitzgerald, è il colore dell'America, così come la videro gli europei che vi sbarcarono per la prima volta; verde è il colore dei dollari; è il colore del"via libera", del permesso di partire.
Verde è la luce che illumina il pontile della casa di Daisy. Quando Nick incontra Gatsby per la prima volta, lo vede solo nell'oscurità con le braccia protese verso quella luce verde, in direzione dell'estremità del molo dove era la casa di Daisy, quasi ad abbracciare idealmente il sogno di tutta la sua vita.
Ed empaticamente, anche noi, come Gatsby  siamo incapaci di resistere al richiamo della luce verde..
Pensai, mentre meditavo sull'antico mondo sconosciuto, allo stupore di Gatsby la prima volta che vide la luce verde all'estremità del molo di Daisy. Aveva fatto molta strada per giungere a questo prato azzurro e il suo sogno doveva essergli sembrato così vicino da non poter sfuggire più. Non sapeva che il sogno era già alle sue spalle(...)Gatsby credeva nella luce verde, il futuro orgiastico che anno per anno indietreggia davanti a noi. C’è sfuggito allora ma non importa: domani andremo più in fretta, allungheremo di più le braccia...e una bella mattina… Cosi continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato."

10 mar 2011

Un widget per i 150 anni

Alcuni giorni fa ho avuto la faccia tosta di chiedere a Iole, il cui blog è una miniera di idee e risorse,  di realizzare un widget per i 150 anni della nascita del nostro Paese. Mi piaceva l'idea di testimoniare, seppure con un semplice simbolo sul blog, il mio sano orgoglio di essere italiana, oggi più che mai.
Con grande disponibilità e generosità Iole ha esaudito la mia richiesta e adesso sul mio blog e, credo e spero su altri blog, sventola un bellissimo tricolore. Grazie Iole

8 mar 2011

Alcuni pensieri delle donne


le iniziative dell'8 marzo
Elenco di alcuni pensieri delle donne che lavorano



Io sono l'invisibile. Durante la notte o all'alba, pulisco il luogo dove lavorerai.

Curo la vita e la morte, mi chiamano badante, sono prigioniera di un permesso di soggiorno.

Ho firmato un foglio di dimissioni in bianco. Previene la gravidanza.

Cerco lavoro. Meglio nascondere laurea e master, giuro di non avere specializzazioni.

Corro a casa, ma la pizza con il mio capo era necessaria per la carriera.

Guardo la fabbrica e so che il mio lavoro è andato in Serbia.

Invento, ricerco. Aspetto un biglietto aereo per l'estero..

Curo, accudisco, lavo, stiro e tanto altro: chissà se è un lavoro...

Sono nata nel sud, posso scegliere tra obbedire o emigrare.

Avevo un lavoro, poi hanno abolito il tempo pieno a scuola.

Rispondo a un annuncio di lavoro: sarò abbastanza carina? E abbastanza giovane?

Passo le ore ad una cassa, sorrido. Ma non era domenica?

Quanti asili si possono fare con i soldi del Ponte sullo stretto di Messina?

Sono un dottore. Non sono un primario.

Quando lavoro produco lavoro, potete spiegarlo a economisti e governanti?

Ho inventato nuove professioni.

Ho conquistato le otto ore.

Ho conquistato il tempo del matrimonio, della maternità, dell'allattamento.

Ho conquistato il diritto di sentirmi uguale nel lavoro, restando differente.

Felice il giorno in cui non dovrò conquistare niente di più, staranno meglio anche gli uomini.



Elenco delle cose che le donne non vogliono mai più sopportare di Arabella Soroldoni


Avere paura di uscire quando cala il buio.

Avere paura di uscire con il cane quando fuori non c'è nessuno

avere paura di un marito geloso

essere picchiata da un marito geloso

essere uccisa da un marito geloso

non poter indossare un abito corto sui mezzi pubblici

essere molestata in metropolitana

sentir dire che si è state molestate perché si indossava un abito corto

essere licenziata perché si vuole avere un figlio

non trovare lavoro perché si è brutte

non trovare lavoro perché si è troppo giovani

non trovare lavoro perché si è troppo vecchie

avere paura di non essere più accettata perché arrivano le rughe sul viso

essere presa in giro perché si piange davanti a un film

essere stuprata, molestata, insultata

vedere le donne rappresentate costantemente come veline o come escort

essere considerata intelligente, quindi pericolosa

essere considerata bella, quindi stupida.

IN  GENERALE le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è così difficile.

La situazione delle donne - "Vieni via con me" di Fabio Fazio e Roberto Saviano
Andato in onda il: 22/11/2010

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