24 ago 2009

Coming back home



Finalmente sei arrivata e sei già ripartita, fugace ed evanescente come una meteora.
Una manciata di giorni, giusto il tempo di aggiungere un posto a tavola, il tuo posto, di preparare il letto, il tuo letto, per dormire nella tua stanza.

Io ti osservo in silenzio, guardo il tuo viso come un ladro e imprimo nella mia mente i tuoi lineamenti come se dovessi fare il calco per immortalare le fattezze del tuo volto.

Mi accontento di poco.

Mi accontento di vederti girare per casa, di sfogliare con te le foto del tuo ultimo viaggio, di sentire la tua voce che parla al telefono, di ascoltare ciò che hai scelto di raccontarmi.

Il resto non mi appartiene, del resto non mi hai mai permesso che mi appartenesse...

Adesso non mi resta che qualche foto lasciata sul computer, il tuo odore sul guanciale, ma ancora per poco, le chiavi di casa lasciate sulla scrivania che, come in un rituale, ripongo con cura sullo scaffale della tua libreria aspettando che vengano di nuovo usate...

I saggi dicono che i figli non ci appartengono, che sono figli della smania della Vita per se stessa e che noi siamo solo gli archi dai quali i figli vengono proiettati in avanti, come frecce viventi. (Khalil Gibran-Il profeta)

Ma io non sono saggia. Io sono solo una madre.

E assomiglio sempre più a una bambina che vede scivolar via tra le dita il filo a cui è legato il suo prezioso palloncino. Un palloncino che vola via, lontano da me, mentre io resto con il naso all'insù e la mano vuota, protesa verso l'alto, che cerca impotente di trattenere ciò che non le appartiene più.
I'm waiting for you to come back home, Anna

2 commenti:

Anonimo ha detto...

grande Patty!!!!!!!!!!
Sei una bella persona! Tua figlia sarà orgogliosa di avere una mamma così! Complimenti..... sei tutte noi!

Patty ha detto...

*__*

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