21 dic 2010

Los justos

Tempo di Natale. E' tempo di poesia, tempo di pulizia, tempo di ottimismo. E' tempo dei giusti.

Los Justos

Un hombre que cultiva su jardín, como quería Voltaire.
El que agradece que en la tierra haya música.
El que descubre con placer una etimología.
Dos empleados que en un café del Sur juegan un silencioso ajedrez.
El ceramista que premedita un color y una forma.
El tipógrafo que compone bien esta página, que tal vez no le agrada.
Una mujer y un hombre que leen los tercetos finales de cierto canto.
El que acaricia a un animal dormido.
El que justifica o quiere justificar un mal que le han hecho.
El que agradece que en la tierra haya Stevenson.
El que prefiere que los otros tengan razón.
Esas personas, que se ignoran, están salvando el mundo.

Jorge Luis Borges, “Los Justos” da La Cifra, 1981


segue la versione tradotta in italiano:

Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
 Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
 Il ceramista che premedita un colore e una forma.
 Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
 Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
 Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.




a loro vorrei aggiungere:

 quell'uomo con la tuta blu che ogni sera torna a casa sempre più curvo, stanco delle sue 8 + 2 ore di lavoro in fabbrica per garantire il diploma ai suoi cinque figli;
  la donna del secondo piano che inebria il palazzo con il profumo della sua cucina per la sua famiglia extra large e poi la sera si accuccia sul divano con un libro e una lapis al chiarore di una lampada accanto alla finestra;
alla maestrina precaria pluri-specializzata che dà l'anima ai suoi alunni pur sapendo di "essere di passaggio";
mia zia che persino negli ultimi giorni della sua battaglia non parlava mai della malattia che la stava divorando ma sorridendo mi chiedeva di me, dei miei figli, della mia vita e a cui non sono riuscita a dirle quanto fosse importante per me.

Anche loro non si conoscono, anche loro stanno salvando il mondo...il mio.


15 dic 2010

E adesso?


"Ieri il Cavaliere ha trovato una riserva di ossigeno in un parlamento di nominati con una pessima legge elettorale, grazie ad una contrattazione dai contorni imbarazzanti e profittando soprattutto della debolezza degli avversari. Ma la sua esperienza a Palazzo Chigi potrà continuare solo se riuscirà ad imbarcare qua e là un transfuga di ritorno da Fli e qualche più consistente pezzo dell'Udc, restando comunque ostaggio della Lega e della sua voglia di voto.

Sullo sfondo rimane un paese che attende stordito elezioni ormai più che probabili, e dove la dimensione della crisi di consenso della politica e delle istituzioni è molto maggiore di quella che può essere misurata su tre voti di scarto."
(tratto dall'articolo di  Andrea Romano - Tutti sconfitti: le elezioni sono più vicine - Il Sole 24 ore)

12 dic 2010

La caffettiera

Ennesimo attacco d'arte della piccola di casa...Una bella poesia, ironica, buffa e divertente.

 La caffettiera mai zitta

Serr, serr,
sgrr, sgrr,
sbruuff, sbruuff,
uchuchuch...
Espresso Pot by Karen Winters

 Eccola qui,
la mia caffettiera
mai zitta;
grigia, bianca
e annerita.

Ogni giorno
borbotta
non sta
mai zitta!
Sbuffa sbuffa
borbotta borbotta  
 brontola brontola
 e non la
 finisce più !

 Serr, serr,
 sgrr, sgrr,
 sbruuff, sbruuff,
 uchuchuch...

       Alessandra




9 dic 2010

Libri sotto l'albero

Libri sotto l'albero, perché no? Tranquilli, qui non troverete il titolo dell'ultimo libro-strennadinatale, né l'ultimo vincitore di uno tanti premi dell'anno, né quello appena pubblicizzato negli ambiti salotti buoni della tv...tanto sono libri già ampiamente sponsorizzati e noti.
Qui solo titoli di libri collaudati personalmente, libri che sono piaciuti e che potrebbero piacere ai più.
Fuori i titoli:

Il buio oltre la siepe di Harper Lee.
Ci sono libri di cui abbiamo "bisogno", libri che devono entrare nella vita di ognuno di noi e aiutarci a far propri i valori di una società civile. "Il buio oltre la siepe" è uno di quei libri. Un grande classico, e che oggi di fronte al nostro razzismo europeo, alle accuse affrettate verso i diversi, alle aggressioni contro gli stranieri, oggi sentiamo il "bisogno" di metterlo nelle nostre mani e in quelle dei nostri ragazzi, come ho già affermato in un post di qualche tempo fa.

 Notte di Natale. Quindici storie sotto l'albero di Hoffmann, Andersen, Stifter, Gogol', Gasiceli, Dickens, Dostoevskij, Maupassant, Van Dyke, Anstey, Le Braz, Hume, Cechov, O. Henry, Yeats.
"Un caleidoscopio di letture per aspettare insieme a quindici grandi autori l'arrivo della notte di Natale. Voci diverse, atmosfere di sogno e di mistero, temi delicati e amari al tempo stesso: le storie qui raccolte ci raccontano miracoli, apparizioni di fantasmi, solitudini e improvvisi stupori. Ma tutte ci parlano di speranza e di magia.".
 Ecco l'elenco dei  quindici racconti:
  • E.T.A. Hoffmann - Le avventure della notte di san Silvestro
  • Hans Christian Andersen - L'abete
  • Adalbert Stifter - Cristallo di rocca
  • Nikolaj Gogol' - La notte prima di Natale
  • Elizabeth Gaskell - La storia della vecchia balia
  • Charles Dickens - Un albero di Natale
  • Fëdor Dostoevskij - Il bambino e l'albero di Natale di Gesù
  • Guy de Maupassant - Racconto di Natale
  • Henry Van Dyke - L'angelo di Natale
  • F. Anstey - La maledizione dei Catafalques
  • Anatole Le Branz - L'avventura del marinaio
  • Fergus Hume - Il tocco del fantasma
  • Anton Cechov - Van'ka
  • O. Henry - Natale per forza
  • William Butler Yeats - La sorte di Frank M'Kenna
Un Natale senza  poesia che Natale è? Allora:
La pubblicazione integrale delle raccolte della poetessa polacca Premio Nobel 1996. Una produzione particolarmente apprezzata per l'ironia e la leggerezza, la capacità disincantata di comprendere e insieme di prendere le distanze, dai sentimenti, dalle illusioni come dalle delusioni. Una sua poesia in questo mio post

 E per i più giovani?
Magari qualcosa che non sia il solito Harry Potter o vampiro di turno. Magari il bellissimo
Per questo mi chiamo Govanni di Luigi Garlando.
Un libro che racconta del senso della giustizia ai ragazzini. Tappa dopo tappa, nel racconto prendono vita i momenti chiave della storia di Giovanni Falcone, il suo impegno, le vittorie e le sconfitte, le rinunce, l'epilogo. Un testo importante e di cui ho scritto qualcosa in questo post. L'augurio che questo libro venga molto letto e commentato, nelle scuole, nelle famiglie. Perchè la mafia va combattuta subito, senza aspettare di diventare grandi. Perchè a forza di accettare l'ingiustizia, non vedrai più l' ingiustizia. 

Altro libro interessante, fatto di storie straordinariamente esemplari per le adolescenti spaesate tra "velinismo" e paure:
 Le tue antenate. Donne pioniere nella società e nella scienza dall'antichità ai giorni nostri di Rita Levi Montalcini.
A loro, ma anche ai loro fratelli e genitori, la più grande scienziata italiana racconta con passione i propri riferimenti personali: figure innovative, fiere e rivoluzionarie che hanno saputo affermarsi e trascinare con sé l'emancipazione della donna nella società occidentale, fino ai giorni nostri.

Per i più piccini niente di meglio che un bel libro di fiabe come il prezioso
 Fiabe d'Italia di Roberto Piumini.
Cosa c'è di più bello che leggere una favola ai propri figli, magari una delle tante favole del nostro patrimonio socio culturale? E Piumini è davvero  un grandissimo narratore di storie, come ho avuto la fortuna di sperimentare un felice pomriggio estivo. Un vero nonno che ammalia con il suo vocione e la sua passione di narratore.

E adesso perdonatemi una nota di fiero campanilismo: due libri di autori della mia terra.
Ad occhi chiusi metterei sotto l'abero di Natale uno degli intriganti libri di
Gianrico Carofiglio, magari Le perfezioni provvisorie,
di cui potreste leggere l'incipit in questo mio post. Con una straordinaria abilità narrativa questo scrittore barese regala storie oggetto di indagini giudiziarie ambientate a Bari, città che con Carofiglio diventa un personaggio vero e proprio, qualcosa di più che un semplice background.

E per concludere un bellissimo libro di favole pugliesi, un libro per grandi e piccini, da gustare insieme.
 
Favole pugliesi  di ManlioTriggiani .
Sessanta parole con sessanta illustrazioni per sessanta favole "ripropone frammenti di sapienza popolare per lo più dimenticati o, al limite, sedimentati nel “DNA culturale” di più generazioni grazie agli insegnamenti che hanno riempito il tempo e lo spazio, dove divengono indistinti l’immaginare del bambino e il narrare dell’adulto. Il recupero di storie dimenticate, spesso nella versione in italiano dall’originario dialetto, non è, tuttavia, il solo fine del libro, né il principale. “Favole pugliesi” propone, piuttosto, una originale esperienza di ascolto e di lettura che mette al centro il legame tra la malia del racconto, l’efficacia didascalica della singola parola, la suggestione dell’illustrazione. L’alleanza tra queste tre dimensioni comunicative propone in nuova veste l’antichissimo piacere della scoperta, nella fiaba e nella favola, di tracce delle nostre tradizioni, di credenze, di ritualità antiche, di una saggezza che non c’è più. Un piacere che non ha tempo e non ha età, che prescinde da appartenenze sociali e ideologiche. Un piacere che diventa immenso quando il racconto si fa occasione di contatto tra generazioni".

Libri per riflettere con il sorriso, libri che si fanno occasione di contatto tra generazioni.
Libri sotto l'albero.

5 dic 2010

Paisaje

Paisaje  
La tarde equivocada
se vistió de frío.
Detrás de los cristales
turbios, todos los niños
ven convertirse en pájaros
un árbol amarillo.

La tarde está tendida
a lo largo del río.

Y un rubor de manzana
tiembla en los tejadillos.



 

3 dic 2010

Elenco del peggio e del meglio della scuola

Dalla puntata del 29 novembre della trasmissione televisiva Vieniviaconme:

1. La scuola peggiore è quella che si limita a individuare capacità e meriti evidenti.
   La scuola migliore è quella che scopre capacità e meriti lì dove sembrava che non ce ne fossero.

2. La scuola peggiore è quella che esclama: meno male, ne abbiamo bocciati sette, finalmente abbiamo una   bella classetta.
   La scuola migliore è quella che dice: che bella classe, non ne abbiamo perso nemmeno uno.

3. La scuola peggiore è quella che dice: qui si parla solo se interrogati.
   La scuola migliore è quella che dice: qui si impara a fare domande.

4. La scuola peggiore è quella che dice: c’è chi è nato per zappare e c’è chi è nato per studiare.
    La scuola migliore è quella che dimostra: questo è un concetto veramente stupido.

5. La scuola peggiore è quella che preferisce il facile al difficile.
    La scuola migliore è quella che alla noia del facile oppone la passione del difficile.

6. La scuola peggiore è quella che dice: ho insegnato matematica io? Sì. La sai la matematica tu? No. 3, vai a posto.
   La scuola migliore è quella che dice: mettiamoci comodi e vediamo dove abbiamo sbagliato

7. La scuola peggiore è quella che dice: tutto quello che impari deve quadrare con l’unica vera religione, quella che ti insegno io.
  La scuola migliore è quella che dice: qui si impara solo a usare la testa.

8. La scuola peggiore rispedisce in strada chi doveva essere tolto dalla strada e dalle camorre.
   La scuola migliore va in strada a riprendersi chi le è stato tolto.

9. La scuola peggiore dice: ah com’era bello quando i professori erano rispettati, facevano lezione in santa pace, promuovevano il figlio del dottore e bocciavano il figlio dell’operaio.
   La scuola migliore se li ricorda bene, quei tempi, e lavora perché non tornino più.

10. La scuola peggiore è quella in cui essere assenti è meglio che essere presenti.
      La scuola migliore è quella in cui essere presenti è meglio che essere assenti.

1 dic 2010

Un incipit al mese: Dicembre

Continuiamo con la rubrica un incipit al mese, ovvero un post dedicato alla trascrizione delle prime righe del libro che ho in lettura. Un post al mese, ogni primo giorno del mese.

Questo mese sto leggendo un libro di uno scrittore che amo particolarmente. Appena letto le prime righe è stato come riabbracciare un vecchio e caro amico.
Ho ritrovato la vecchia atmosfera, lo stile asciutto e pulito, l'autoironia leggera e melanconica, i flashback nel passato, le citazioni, il background musicale. Sì, leggere questo romanzo, come del resto ogni libro di questo scrittore, mi dà lo stesso dolce piacere di quando  prendo un tè con una vecchia amica del liceo.

Dicembre - secondo incipit da "Le perfezioni provvisorie" di Gianrico Carofiglio

Tutto cominciò con un'innocua telefonata di un vecchio compagno di università.
Sabino Fornelli fa l'avvocato civilista. Quando un suo cliente ha un problema penale, lui chiama me, mi passa il caso e poi non vuole saperne più niente. Come molti civilisti, pensa che gli uffici giudiziari penali siano posti malfamati e pericolosi, e preferisce tenersene alla larga.
Un pomeriggio di marzo, mentre ero impegnato a studiare un ricorso che avrei dovuto discutere il giorno dopo in cassazione, Sabino Fornelli mi chiamò. Erano parecchi mesi che non ci sentivamo
«Ciao Guerrieri, come stai?».
«Bene, e tu?».
«Come sempre. Mio figlio è andato a farsi tre mesi di scuola negli Stati Uniti».
«Bello. Ottima idea, avrà qualcosa da ricordarsi».
«Anch'io avrò qualcosa da ricordarmi: da quando è partito mia moglie mi massacra con la sua ansia, e io sto per diventare pazzo».


Gianrico Carifiglio,  Le perfezioni provvisorie,  Sellerio editore Palermo

Questo il libro che sto leggendo, e il tuo?

24 nov 2010

E' la neve

Oggi la piccola di casa mi ha letto una sua poesia.
Bellissima, candida come la sua tenera età, dolce come l'innocenza dei suoi nove anni.
E qui, ancora una volta, l'orgoglio di mamma è stato pienamente appagato.

Illustrazione di Linda Bronson
 

 E' la neve

E' la neve
fredda pallida
lenta incomincia a cadere
avvolge raffredda
incanta
imbianca città.

E cristalli bianchi
scivolano
fioccano dal cielo
candidamente

E nevica.

                                                                                  Alessandra

13 nov 2010

Coming back home/2

Hai fatto tutta quella strada per arrivare fin qui
ma adesso forse ti puoi riposare
un bagno caldo e qualcosa di fresco
da bere e da mangiare

ti apro io la valigia mentre tu resti li
e piano piano ti faccio vedere
c'erano solo quattro farfalle
un po' più dure a morire ...

Adesso tì puoi riposare.
Hai salito scale, girato angoli, a volte camminato nel buio, nell'incerto. Ora è tempo di prendere fiato, disfare le valigie.
Sei partita ancora bambina con uno zaino rosso sulle spalle e una valigia troppo pesante da sollevare.
Non c'era mai tempo per salutarti come avrei voluto. Abbracci rubati, soffocati, spezzati da porte di treni  che ti strappavano da me.
Il  tuo sguardo da cerbiatto un pò spaventato mi parlava più della tua bocca determinata. 
Tornavi con odori nuovi, profumi di case nuove, a me estranee.
Tornavi come una meteora, la tua valigia sempre aperta accanto al letto, mai completamente disfatta, pronta per una nuova partenza, un viaggio nuovo.
 
Ma adesso, forse, ti puoi riposare.
 
Ti ho visto mettere ordine nel tuo armadio, riporre libri, appendere quadri, sistemare abat-jour, archiviare documenti.
Ti ho visto disfare la valigia.
Ti ho aspettato e sei tornata, Anna.

7 nov 2010

Pier Paolo Pasolini

Dal Diario 1945-47


Pier Paolo Pasolini
Come un naufrago incolume mi volgo
e vedo, inteneriti dal passato,
alle mie spalle, oceani di rare
viole, di silenziose primule.
E' già un sogno lontano più del cielo
il paesaggio di germogli azzurri
che il trasparente Aprile intiepidiva.

Il tempo è dileguato senza moto:
le farfalle che volano pudiche,
i fiori violenti, l'irta quiete...

 E so ancora atterrirmi ad un accento
 che disaccordi con la fioca musica
 dei campi? Alzare il capo, puerilmente, 
                                                    angosciato dai baratri celesti

 tra i veli tranquilli delle nuvole?
 Se l'iroso usignolo nell'azzurro
arido, esala i suoi canti diurni,
lo ascolto ardente, ma non ho spera
Io non sogno, son veglio...

 Pier Paolo Pasolini

5 nov 2010

O tempora o mores!

Mi ero ripromessa di non cascarci. Nulla su misterB. perché, per coerenza, meriterebbe almeno un post alla settimana, (quale fonte inesauribile!) e così monopolizerebbe tutto il mio misero blog.

disegno di Frassetto
 Ma un dubbio mi assale: nel declino del reuccio sole peseranno di più, nel futuro, i festini nei luoghi di potere o la crisi economica che continua a svuotare le tasche e i salvadanai di noi poveri mortali?
Nei libri di scuola ricorderanno più le avvenenti e previdenti minorenni, le tante Ruby, Naomi...o piuttosto le imprese che chiudono, gli operai in cassa integrazione, l’inerzia, l’inazione sulla crescita del Paese che, privilegiando «il passato rispetto al futuro esclude dalla valutazione del benessere la visione di coloro per cui il futuro è l’unica ricchezza: i giovani» così come afferma il Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi, nella lezione magistrale che si è tenuta oggi ad Ancona?
Altro amletico dubbio: nel nostro Paese non esiste altra dinamica sociale oltre al velinismo?
Certo, non è un reato arricchirsi, desiderare di vivere nel lusso e oggi la firma, la griffe l'ostentazione dei beni di lusso sembrano esorcizzare la povertà e...l'anonimato. Un vero talismano contro la povertà.
Ma oggi non esiste nessun  ascensore sociale: i poveri restano o diventano sempre più poveri a meno che...si è di belle e fresche fattezze e soprattutto disposti ad avvicinarsi al potere o meglio ad entrare nelle camere del potere.
O tempora o mores...che tempi, che modi signora mia!

31 ott 2010

Facciamo un gioco: un incipit al mese


Sarà che... si sente nell'aria, sarà... il tam tam dai vari blog su libri e letture, sarà perché...semplicemente mi piace l'idea, con quest post voglio dare inizio a un gioco: un post per un incipit al mese. Traduco: all'inizio di ogni mese pubblicherò un post dove trascriverò l'incipit del libro che ho in lettura.
Sarebbe interessante se poi qualcuno volesse trascrivere l'incipit del proprio libro in lettura nella sezione commenti e/o  lasciare un link verso il proprio post. Chiaramente recensioni, opinioni, commenti riguardo i libri in questione arricchirebbero notevolmente il gioco.
Il premio? L'opportunità di assaggiare libri  anche di un genere diverso dalle nostre abitudini e magari invogliarne la lettura.
A che pro trascrivere l'incipit di un romanzo?
Perché l'incipit è "l'esplosione semantica che genera e avvia il cosmo romanzesco e ci consente di individuarne i caratteri, di intuire panorami e sviluppi futuri" e questo "avviene non appena leggiamo le prime dieci o venti righe". da Wikipedia
Nel leggere infatti la prima pagina noi non veniamo a conoscenza, ovviamente, di tutto il romanzo, ma ci creiamo dei percorsi mentali lungo i quali orienteremo la nostra lettura, così come facciamo in libreria quando sfogliamo un libro prima di sceglierlo, comprarlo.

Iniziamo, dunque.

Novembre - primo incipit da  "Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares" di Fernando Pessoa


 Penso a volte che non uscirò mai da questa Rua dos Douradores. e se lo scrivo, mi sembra l'eternità.
Il viaggio dentro la testa
Dal mio quarto piano sull'infinito, nella plausibile intimità della sera che sopraggiunge, a una finestra che dà sull'inizio delle stelle, i miei sogni si muovono con l'accordo di un ritmo, con una distanza rivolta verso viaggi a paesi ignoti, o ipotetici, o semplicemente impossibili.
.
Fernando Pessoa,  Il libro dell'inquietudine di Bernardo Soares,  traduzione di Maria José de Lancastre e Antonio Tabucchi, Universale Economica Feltrinelli

Questo il mio incipit. A voi la palla....

30 ott 2010

Scrivi dieci righe...leggi, commenta.

Segnalo volentieri questo sito: diecirighedailibri progettato per invogliare alla lettura. Un sito per leggere, scrivere, commentare.
Come funziona? Dopo una velocissima registrazione, l'utente scrive  le 10 righe che più sono piaciute tratte direttamente da un  libro. E' un modo simpatico per condividere letture.
Eppoi c'è il segnalibro che serve a marcare il tuo apprezzamento per le 10 righe inserite da altri lettori. Ogni fine mese, verrà dato un premio agli utenti le cui 10 righe avranno ottenuto il maggior numero di segnalibri.
Da lunedì 26 ottobre ci sarà un Libro Incentivo a settimana per le 10 righe postate e più apprezzate (più segnalibri).
(Ehm....ci gioco anch'io...votate votate! Aiutatemi a vincere il libro incentivo...)
Altro elemento davvero interessante sono le Prime pagine che contengono gli incipit e primi capitoli scaricabili di libri novità e anteprima, messi a disposizione dagli editori che hanno aderito ai giochi.
  La mia lotta di  Karl Ove Knausgard, del quale ho dato un assaggio proprio nel mio blog, è uno dei  diversi libri di cui potete leggere in anteprima il primo capitolo.
Potete scrivere le relative 10 righe o un commento nell’apposito spazio sotto la pagina di ciascun libro.
Diversi gli editori che aderiscono all'iniziativa: Elliot, Castelvecchi, Arcana, Ponte Alle Grazie e Salani, Fazi, Il Maestrale, Avagliano, Newton Compton, Edizioni Angolo Manzoni, Asengard, Reverdito, Bompiani, Vallecchi, Il Saggiatore, Testepiene, Sperling & Kupfer, Garzanti.
Scriviamo, leggiamo, commentiamo....

19 ott 2010

L'uomo che guardava passare i treni

di Georges Simenon

"Non c'è una verità, ne conviene?"

Questa l'amara conclusione di Kees Popinga, un uomo qualsiasi che un bel giorno un imprevisto qualsiasi fa deragliare dai binari rassicuranti di una vita normale e lo catapulta negli abissi del suo io.
"Insomma, ho continuato a essere procuratore per abitudine, marito di mia moglie e padre dei miei figli per abitudine, perché non so chi ha deciso che così doveva essere e non altrimenti.
E se io, proprio io, avessi deciso altrimenti?
Lei non può immaginare fino a che punto, una volta presa questa decisione, tutto diventi più semplice. Non occorre più occuparsi di quel che è permesso o proibito, dignitoso o meno, corretto o scorretto."
Basterà il fallimento della ditta presso cui lavorava a scatenare in Popinga, uomo rispettabile, il desiderio di rompere gli schemi, comprare un biglietto di sola andata verso quelle mete a lungo  agognate, quasi colpevolmente, ogni volta che guardava passare i treni...

"Per quarant'anni mi sono annoiato. Per quarant'anni ho guardato la vita come quel poverello che col naso appiccicato alla vetrina di una pasticceria guarda gli altri mangiare i dolci.
Adesso so che i dolci sono di coloro che si danno da fare per prenderli."
Il desiderio di fuga da sè e dalle convenzioni era già presente in Popinga, lì in
"...quella certa emozione furtiva, quasi vergognosa, che lo turbava vedendo passare un treno, un treno della notte soprattutto, dalle tendine calate sul mistero dei viaggiatori."
L'assassino, un uomo qualsiasi. Questa l'inquietante tesi di Simenon che fa viaggiare il lettore nella testa dell'assasino ancor prima che si concretizzi l'idea del delitto, quando l'assasino era ancora un uomo qualsiasi, uno di noi.
Un romanzo da leggere, da assaporare e che lascia in bocca un retrogusto amaro.
Grande l'abilità di Simenon nel costruire la trama, proiettando di colpo la gente comune in una vicenda che la supera e la catapulta al di là del destino che si pensava già definito. E conduce il lettore per mano nel far toccare il fondo di questa nuova condizione tanto inattesa quanto probabile.

7 ott 2010

Mario Vargas Llosa: il fuoco intellettuale

Mario Vargas Llosa
Il Nobel per la Letteratura 2010 è stato assegnato a Mario Vargas Llosa.
Settantaquattro anni, scrittore e critico letterario peruviano che ha esplorato nei suoi lavori la corruzione della politica sudamericana e la dittatura.
A questo proposito non sarebbe male rileggere un suo articolo su La Stampa di qualche anno fa riguardo la corruzione del nostro Paese...
Ritornando alle motivazioni del premio:  « riconoscimento per la sua cartografia del potere e per le sue affilate descrizioni della resistenza, ribellione e sconfitta dell'individuo».


Un giovane Vargas Llosa con Pablo Neruda
 "Es una gran alegría que comparto con mis amigos". Questo il commento dello scrittore.


Llosa con sua moglie Patricia, José  Donosa con sua moglie Pilar Serrano, Mercedes Barcha, moglie di Gabriel Garcìa Marques e Gabriel Garcìa Marques

Ed è una gioia anche per noi comuni lettori che questo prestigioso riconoscimento venga finalmente dovuto a un romanziere vero, a un grande narratore.
Héctor Abad Faciolince scrive un bell'articolo su El Paìs di oggi e afferma che Vargas Llosa illumina con l'intelligenza, tocca con la sensibilità, schiaccia  con l'ampiezza delle sue conoscenze, e in sintesi, si rivela uno scrittore, un intellettuale e un essere umano completo.

E noi, comuni lettori, condividiamo.
Vargas Llosa con Saramago

4 ott 2010

L'essenziale è invisibile agli occhi


"Eccovi qui nonni ad un traguardo importantissimo. Credo che cinquant'anni insieme equivalgono a cinquant'anni in cui tutto è condiviso: la famiglia, i dolori, gli affetti, le paure, i sorrisi, i pianti.
Chi riesce a fare tutto ciò raggiungendo le nozze d'oro poche volte si ferma a pensare alla grandissima importanza che questo avvenimento rappresenta.
Adesso nonni provate a ripercorrere i vostri momenti e ringraziare con tutto il cuore Dio per le difficoltà che vi ha fatto superare e per tutti quei momenti che l'avete sentito vicino.
A volte si perde troppo tempo a piangere e rimpiangere ma dopo tutto basta alzare il viso e guardarsi intorno e ci si accorge che l'ESSENZIALE E' INVINSIBILE AGLI OCCHI.
Essenziale è avere una famiglia che ti aiuta, essenziale è vivere, essenziale è l'amore che entrambi avete al vostro fianco e che oggi, qui, in questa chiesa dopo cinquant'anni avete rinnovato davanti a tutti i vostri parenti e davanti a Dio.
Non posso fare altro che augurarvi anni anche migliori di questi e ringraziarvi come genitori e come nonni per i sani principi con cui avete tirato su i vostri figli ovvero i nostri genitori e per il coraggio e la dinamicità che avete saputo trasmettere loro nell'affrontare la vita."
                                                                             Antonella
Ho trascritto qui la lettera che mia nipote Antonella scrisse e lesse dopo la cerimonia religiosa del 50° anniversario di matrimonio dei nonni.
Probabilmente diveranno sempre meno coloro che raggiungeranno questo traguardo perché...sono cambiate tante cose e non sempre in peggio.
Sono parole che inducono a riflettere anche perché scritte da un'adolescente.

27 set 2010

La giusta distanza

Karl Ove Knausgård
"Capire il mondo significa porsi a una certa distanza da esso. Ciò che è troppo piccolo per essere visto a occhio nudo, come le molecole e gli atomi lo ingrandiamo, ciò che è troppo grande, come i cumuli di nuvole, i delta dei fiumi, le costellazioni, lo rimpiccioliamo. Quando lo abbiamo ridotto alla portata dei nostri sensi, lo fissiamo. Ciò che abbiamo fissato, lo chiamiamo conoscenza. Per tutta l'infanzia e l'adolescenza ci sforziamo di stabilire la giusta distanza dalle cose e dai fenomeni. Leggiamo, impariamo, facciamo esperienze, rettifichiamo. Arriviamo quindi un giorno al punto in cui tutte le distanze necessarie sono state fissate, tutti i sistemi necessari sono stati stabiliti. E' allora che il tempo comincia ad andare più veloce. Non incontriamo più nessun ostacolo, tutto è stato fissato, il tempo scorre attraverso le nostre vite, i giorni scompaiono a gran velocità, prima di rendercene conto abbiamo quaranta, cinquanta, sessant'anni... Il senso ha bisogno di essere colmato, per colmarlo c'è bisogno di tempo, il tempo ha bisogno di incontrare resistenza. La conoscenza è distanza, la conoscenza è stabilità e nemica del senso."

16 set 2010

16 settembre: si riparte

Primo giorno di scuola: nuove sfide, percorsi diversi. Un altro anno e un altro cammino da percorrere.
Come un anno fa l'augurio di un anno scolastico pieno di sfide brillantemente vincenti

"Non avere maestro è come non avere a chi domandare e, ancora più profondamente, non avere colui davanti al quale domandare a se stessi, il che (significherebbe) restare chiusi all'interno del labirinto primario che in origine è la mente di ogni uomo; restare rinchiuso come il Minotauro, traboccante d'impeto senza via d'uscita. La presenza del maestro che non ha abdicato ne si è dimesso indica un punto, l'unico verso il quale si indirizza l'attenzione. L'alunno si irrigidisce. Ed è in questo secondo momento che il maestro, con la sua tranquillità, ha da dare quel che gli sembra possibile, ha da trasmettere, prima ancora di un sapere, un tempo, uno spazio di tempo, un cammino di tempo. Il maestro deve giungere, come l'autore, per dare tempo e luce, gli elementi essenziali di ogni mediazione. (...)
Il maestro ha da essere colui che apre la possibilità, la realtà nel mondo della vita, della verità. Una conversione è il modo migliore di chiamare l'azione del maestro. L'iniziale resistenza che irrompe nelle aule, si converte in attenzione. La domanda comincia a dispiegarsi. L'ignoranza risvegliata è già intelligenza in atto e il maestro ha cessato di sentire la vertigine della distanza e il deserto della cattedra, prodigo, come tutti i deserti, di tentazioni. Ignoranza e sapere circolano e si risvegliano in misura uguale nel maestro e nell'allievo, che solo più tardi comincia a essere discepolo. Nasce il dialogo".

Marìa Zambrano

13 set 2010

Chi ama non ha tempo di morire

Roberto Piumini a Lector in fabula- Conversano 9 settembre 2010
Si  può parlare di vecchiaia, di morte, della paura di invecchiare, di morire a dei bambini ?
Sì, si può se a farlo è un omone barbuto con un vocione caldo e rassicurante, un omone che corrisponde perfettamente all'idea di "nonno che racconta storie ai nipotini accanto a un camino".
Perchè le storie servono a questo:  raccontare della vita, quella vera, vissuta, con le sue paure, difficoltà, prove, sfide. Una vita dove non sempre, come in tv, tutto finisce con un "e vissero felici e contenti".
E così un grande scrittore per bambini quale è Roberto Piumini, l'altro pomeriggio ha ammaliato un centinaio di bambini con il racconto "Il vecchio nel granaio". Un vecchio si rinchiude nel suo granaio pieno di granturco per paura di morire. Non si preoccupa di vivere e perisce così arso nel suo nascondiglio dalla Morte. Una lettura animata e condivisa con tanto di coro greco affidato proprio ai giovanissimi e attenti acoltatori. La lezione? Chi ama non ha tempo di morire. La paura di morire la si sconfigge con l'amore, amando, vivendo.
Segue poi una sfilza di domande sulla sua esperienza di scrittore e della sua vita da bambino.
Alla domanda "che cosa è leggere?"  Piumini risponde così:

Quando tu leggi tu pensi, immagini, ricordi. Il libro che leggi entra totalmente nella tua memoria, vive dentro te, appartiene totalmente a te." 
Per i bambini è stata un'esperienza straordinaria, per noi adulti, genitori, educatori una vera lezione sull' arte della narrazione,  del racconto.
E per concludere questo magico pomeriggio Piumini  regala una  chicca tratta dal suo ultimo libro "Cento ciao", una raccolta di cento "poesie bambine" :

 Ciao comodino,
armadio bambino.
E risate e applausi.

11 set 2010

Lector in fabula


In Italia 150 anni fa ci si pose il problema di formare "italiani d'alti e forti caratteri".
In Italia 60 anni fa italiani tracciarono il profilo ideale dell'Italia e degli italiani, maturato dalla concretezza della storia e delle esperienze crude di quella metà di secolo trascorsa.
In Italia la Costituzione viene invocata, sbandierata, indebolita, ferita.
In Italia sembra che il governo sia uno scettro svendibile e un'appendice di partito e le garanzie costituzionali si consumino nel conflitto delle "opposizioni".
In Italia l'orientamento tra nord e sud costituisce ancora un grosso problema.
E' un'Italia che manca all'appello, che fugge la storia mentre la scrive, e che ci fa incazzare.
In Italia oggi un uomo muore perchè credeva che fare il Sindaco fosse un impegno, un dovere e una missione.
In Italia oggi migliaia di studenti affrontano un test d'ammissione per strappare un'opportunità al futuro.
In Italia il calcio resterà sempre una grande passione, ma non è vero che mangiamo solo pasta e pizza e che suoniamo il mandolino.
In Italia Dante ha scritto il Purgatorio ma anche l'Inferno e il Paradiso.
In Italia oggi ci stiamo chiedendo chi siamo e cosa siamo alla ricerca di un'identità e delle ragioni di un'unità: l'Italia che c'è e l'Italia che manca, senza scettri nè corone, il racconto il paese che c'è e che non vuole mancare.
                              Serena Montanaro

10 set 2010

E se l'amore che avevo non sa più il mio nome...

Footfalls echo in the memory                                     
Down the passage which we did not take
Towards the door we never opened
Into the rose-garden. My words echo
Thus, in your mind.
                            But to what purpose
disturbing the dust on a bowl of rose-leaves
I do not know.
                     


                           Passi echeggiano nella memoria
                                lungo la via che non abbiamo preso
                                     verso la porta che non abbiamo aperto
                                                   per entrare nel roseto. Le mie parole echeggiano
           così, nella tua mente.
    Ma a che scopo
                                                    turbare la polvere su una ciotola di petali di rosa
io non so.

5 set 2010

L'ombra del vento

di Carlos Ruiz Zafòn
                                                       
Questo luogo è un mistero, Daniel, un santuario. Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un'anima, l'anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie ad esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza....
 (...) poche cose impressionano un lettore quanto il primo libro capace di toccagli davvero il cuore. L'eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale - non importa quanti altri libri leggeremo, quanti mondi scopriremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo - prima o poi faremo ritorno.

Ambientato nella misteriosa Barcellona del 1945 è il racconto di un ragazzo che, venuto in possesso di un  libro custodito nel Cimitero dei Libri Sepolti, sarà travolto dal mistero che avvolge il romanzo.
Daniel, il ragazzo che prenderà il libro maledetto, scoprirà man mano i segreti che riguardano il libro e il suo  autore, Julian Carax e, soprattutto, constaterà l'inquietante parallelismo tra la propria vita e quella dell'autore maledetto.
Caduta anch'io, anche se mi fa onore una resistenza di quasi 9 anni essendo stato pubblicato nel 2001, nella trappola del tam-tam dei lettori, "del caso editoriale premiato da un incredibile successo di critica e pubblico in tutto il mondo" (ma come si fa a resistere a tanto?!), ora mi chiedo il perché di così tanto successo.
Bellissima l'idea del Cimitero dei libri Dimenticati, bella l'ambientazione in una Barcellona misteriosa e nebbiosa, apprezzabile una discreta costruzione storica, ma.. non c'è altro.
Prevedibile la trama, il gran mistero subito intuibile, personaggi così piatti da sembrare comparse, ad eccezione del barbone riabilitato che però viene così caricato di connotati caratterizzanti da venirne schiacciato. Sentimenti intrisi di melassa: amori impossibili ed eterni, amicizia tradita oppure assoluta, votata al martirio, vendetta cruenta e rabbiosa. Mancano dinamiche relazionali, evoluzioni dei personaggi, e in cambio ci sono tanti vuoti logici che rendono davvero improbabili personaggi e storie.
Mancano il talento, le armi del mestiere.
Eppure L'ombra del vento è  piaciuto  tanto e a tanti.
C'è qualcosa che mi sarà sfuggito o forse appartengo a quel minimo percentile impermeabile al fascino dei best-seller.
Resta tuttavia una lettura scorrevole, che non pretende grosso impegno dei neuroni cerebrali. Una lettura rilassante, da "sotto l'ombrellone", tra una nuotata e un bagno di sole.

3 set 2010

Prendere un borrelhapje a Maastricht

caffè sulla Piazza Vrijthof
Forse uno dei modi migliori per godere della bellezza di Maastricht è quello di sedersi ad uno dei tanti tavolini dei bar che si affacciano sulle piazze della città. Sedersi al bar, guardare il via vai di gente, sorseggiare una buona birra mentre le tante lingue differenti dei tuoi vicini si mescolano creando un' atmosfera giovane e frizzante, cosmopolita.
Non si può andare a Maastricht e non ordinare un borrelhapje, lo stuzzichino che si prende come aperitivo per accompagnare la birra. Ed ecco il nostro borrelhapje: un boccale di Heineken, tanto più buona di quella che si trova qui in Italia, accompagnata da bitterballen, ossia palline di carne bianca, impanata, croccante fuori e così morbida dentro da sciogliersi in bocca. Questi stuzzichini si trovano in tutti i caffè e si gustano accompagnandoli con un pizzico di mostarda.
E dopo l'aperitivo lo shopping nel centro storico, magari nei piccoli negozi tradizionali, winkeltjes.
Andreas, la mia guida d'eccezione, mi ha condotta in una piccola bottega, un vero scrigno. Ad accoglierci una bella olandesina che tra la luce calda e soffusa di tante candele, ci offriva scaglie di formaggio per guidarci nell'acquisto. Il profumo penetrante di formaggi, spezie, dolci   impregnava tutto il piccolo negozio di legno che sembrava essersi conservato nel tempo, quasi cristallizato  qualche secolo prima. Acquisto convinta un bel pezzo di graskas, il gouda di maggio. Il gouda è un formaggio di latte crudo, somiglia al nostro grana, ma è più burroso e si scioglie in bocca sprigionando un sapore delicato e deciso nello tempo. Il gouda di maggio, il graskas, è fatto con il primo latte fornito dalla mucca quando, terminato l'inverno, ritrova i suoi pascoli rigogliosi e nutrienti.
 E' il formaggio più gustoso e lo porto con me in Italia a rievocare la bellezza e la bontà di una terra generosa e fresca.

26 ago 2010

Maastricht & maatjesharings

haringhar nella Piazza del Mercato
Visitare Maastricht con una guida d'eccezione come Andreas ha il pregio di poter godere del meglio che la città possa offrire.
E così lo spuntino è stato rigorosamente olandese: maatjesharings.
 La maatjesharing è un'aringa che non ha ancora raggiunto lo sviluppo completo, lunga dai 20 ai 30 centimetri, e che non ha ancora deposto uova. Da 400 anni, questa aringa è un'esclusività della costa olandese. Le vere maatjes vengono pescate tra la fine di maggio e la fine di luglio e noi eravamo nella stagione giusta per gustarle al meglio. Il pesce, freschissimo, ha una pelle argentata e una carne tenera di colore bianco crema. Non ha lische, non ha scaglie e non presenta tracce di sangue.
Si acquistano direttamente dalle venditrici ambulanti (le donne puliscono e vendono, gli uomini vanno a pescare ) che puliscono e preparono il pesce nel loro haringhar ovvero il carrettino delle aringhe. Noi lo abbiamo acquistato da tre belle olandesi bionde dal loro haringhar in Piazza del Mercato.
 Superata un' iniziale diffidenza, non abbiamo resistito alla maatje adagiata in un panino al latte, ricoperta con rondelle di cipolla e con qualche grano di pepe...Un vero sfizio!

La foto è mia...

24 ago 2010

Passeggiando a Maastricht

Il Maas che attraversa Maastricht
Una giornata per le vie di Maastricht, nel cuore dell'Europa, città-crocevia di lingue e culture diverse.
 Incastonata fra Belgio e Germania, Maastricht è la città più meridionale dei Paesi Bassi e per la sua posizione geografica, proprio nel ventre della vecchia Europa, è stata eletta quale sede della firma del Trattato dell'Unione Europea nel febbraio 1992.
particolare del pavimento della Plein 1992
 La Plein 1992 tappezzata con le sue mattonelle incise con la data del Trattato è lì a ricordare proprio quel primo passo verso l'unione europea.

Passeggiando per le strade si ha la netta sensazione di essere in una città cosmopolita, frequentata da giovani richiamati qui anche dalla prestigiosa università. Io ci sono stata proprio il giorno della prima partita disputata dall' Olanda durante i mondiali di calcio e per le vie e ai tavolini dei bar era un brulicare di oranges, un respirare aria fresca di festa e allegria..
Camminando per le vie di ciottolato che conducono alle piazze maggiori, si ammirano le belle case con grandi finestre e le decine di biciclette che sono il mezzo di trasporto privilegiato in una città cosmopolita e a misura di uomo. A proposito di finestre, la mia guida d'onore, Andreas, mi ha svelato l'arcano riguardo le grandi e numerose finestre presenti nelle case antiche. In passato c'era una onerosa tassa sul mattone: maggiore era la superficie di mattoni che costituivano le facciate delle casa, maggiore era la tassa da pagare. Quindi le finestre divennero un'ottima soluzione per pagare meno tasse: più finestre, meno mattoni, meno tasse!

Piazza Vrijthof
La Piazza Vrijthof è il centro culturale cittadino ed è circondata da caffè e punti di ritrovo. Qui si elevano le due principali chiese cittadine: la cattolica Sint Servaasbasiliek le la protestante Sint Janskerka.
La Sint Servaasbasiliek ovvero la basilica di San Servaas è un superbo monumento di epoca romanica, un insieme architettonico notevole e imponente che racchiude il "tesoro" con l'urna e il reliquario del santo.
La Sint Janskerk, la chiesa di San Giovanni è completamente rossa all’esterno e dall'alto del suo campanile in una bellissima pietra rossa si può ammirare una vista mozzafiato della città.

Onze Lieve Vrouwerkerk
Onze Lieve Vrouwerkerk, la basilica di Nostra Signora, è il più antico santuario di Maastricht risalente all'anno Mille. Si trova poco distante dalla Piazza Mercato e dal Municipio della città. Dall'esterno più che una chiesa pare una fortezza, ma all'interno vengo sopraffatta dall'oscurità religiosa su cui troneggia la bellissima statua della Vergine illuminata da decine e decine di candele.

A Maastricht, città giovane, moderna con radici antiche, moderno e antico, tradizione e innovazione si armonizzano dando vita a una città fresca ed autentica.
Città di fascino, vivace e frizzante come i suoi giovani abitanti.

Le foto sono mie...

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