9 giu 2009

elezioni 2009


Questa vignetta di Giannelli mi è piaciuta tanto... decisamente eloquente.


Trascrivo alcune considerazioni di José Saramago postate sul suo blog all'indomani delle elezioni europee.
C'è poco da commentare, ahimè.

"Già altre volte mi sono chiesto verso dove si dirigesse la sinistra, e oggi ho la risposta: lì da qualche parte, umiliata, a contare i miseri voti raccolti e a cercare le cause della loro esiguità. Quella che è arrivata ad essere, in passato, una della più grandi speranze dell’umanità, capace di mobilitare le volontà facendo semplicemente appello a quello che di migliore caratterizzava l’essere umano, e che col passare del tempo è riuscita a creare i cambiamenti sociali e i proprio errori, le sue stesse perversioni interne, ogni giorno più lontana dalle promesse originarie, assomigliando sempre di più agli avversari e ai nemici, come se fosse l’unica maniera per farsi accettare, ha finito per ridursi in pantomima di se stessa, in cui concetti di altre epoche sono stati utilizzati per giustificare azioni che questi stessi concetti combattevano.
Scivolando progressivamente verso il centro, azione proclamata dai suoi promotori come la dimostrazione di una genialità tattica e di una modernità inappagabile, la sinistra sembra non aver capito che si stava avvicinando alla destra.
Se, nonostante tutto, è ancora capace di imparare dalle lezioni, questa appena presa vedendo la destra superarla in tutta Europa, dovrà interrogarsi, rispetto a ciò che resta delle loro proposte, sulle cause profonde dell’allontanamento indifferente delle sue fonti naturali d’influenza, i poveri, i bisognosi, ma anche i sognatori.
Non è possibile votare a sinistra se la sinistra ha smesso di esistere."

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