31 dic 2009

Fine anno


Ni el pormenor simbólico
de reemplazar un tres por un dos
ni esa metáfora baldía
que convoca un lapso que muere y otro que surge
ni el cumplimiento de un proceso astronómico
aturden y socavan
la altiplanicie de esta noche
y nos obligan a esperar
las doce irreparables campanadas.
La causa verdadera
es la sospecha general y borrosa
del enigma del Tiempo;
es el asombro ante el milagro
de que a despecho de infinitos azares,
de que a despecho de que somos
las gotas del río de Heráclito,
perdure algo en nosotros:
inmóvil.



10 dic 2009

Nessuno sa che...

Non posso non mettere sul mio blog questo capolavoro creato dalla mia Robertina.
Scusate l'orgoglio di mamma, ma....



NESSUNO SA CHE...

Nessuno sa i miei piccoli segreti.

Nessuno sa che se un fiore sta appassendo, una stilla di speranza gli ridarà la vita.

Nessuno sa che se un mulino smette di ruotare, il soffio dell'incanto gli ridarà vigore.

Nessuno sa che se le nuvole avvolgono il cielo oscuro, un raggio di amore farà spuntare il sole che guarderà il novello giorno un po' intontito.

Nessuno sa che se il fuoco non brucerà più i dolori, il vento li dissolverà comunque nell'aria.

Nessuno sa che se le stelle nella notte non basteranno a illuminare ovunque, in cielo si accenderà una nuova stella, quella che tu, con me farai rivivere.

Nessuno sa che amerei viaggiare per farmi rapire dalla bellezza di nuovi posti e di nuova gente.

Nessuno sa che quel sogno che tanto nutrivo può divenir realtà, se ci credo nella magia che si avverrà.

Ma tutto il mondo sa che ormai sognare è il seme della vita, che la speranza ne è la radice e l'amore il fusto che regge i frutti dell'incanto.


Roberta

8 dic 2009

Non capisco


Non capisco la gente che litiga a volte per delle sciocchezze: non fa che spegnere l'ardere della serenità.
Non capisco la gente che se la prende con i più piccoli: che grande effetto gli fa la gloria e la superiorità?
Non capisco quelli che parlano dietro le spalle: il dialogo e la comunicazione sono le chiavi dell'amicizia.
Non capisco chi ha sempre un musone sul volto: sù, il sorriso fa accendere la gioia e la letizia.
Non capisco la gente che ama la solitudine: la vita è fatta di amici e persone che ti vogliono bene.
Non capisco la gente che si arrende facilmente: rincorrere e desiderare un sogno, della crescita sono il seme.

Questo testo poetico l'ho rubato dal quaderno della mia piccola grande Roberta. Nove anni e tanta saggezza.

7 dic 2009

guerrieri solari



A Cecilia e Giulio, guerrieri solari. 

"Il guerriero della luce non dimentica mai il vecchio detto :"Il buon capretto non strepita".
Le ingiustizie accadono. Tutti sono coinvolti in situazioni che non meritano, generalmente quando non possono difendersi.
Molte volte la sconfitta bussa alla porta del guerriero.
In questi momenti egli rimane in silenzio. Non spreca energia con le parole, perchè le parole non possono far niente....
E' meglio usare le forze per resistere e pazientare, sapendo che Qualcuno sta guardando.
Questo Qualcuno dà al guerriero ciò di cui ha bisogno: il tempo.
Prima o poi, tutto tornerà a lavorare a suo favore.
Un guerriero della luce è saggio.
Non commenta le sue sconfitte.
Si adopera con tutte le forze per uscire dalla situazione in cui si trova!"

Paulo Coelho

2 dic 2009

Consenso popolare uguale immunità ?



Devono essere tempi davvero duri se Fini, già da un bel po', mi pare l'unico vero politico autorevole garantista democratico esistente nel nostro misero scenario politico!

 " Ci sia da parte del capo dell’esecutivo innanzitutto rispetto verso gli altri poteri che in una democrazia ben organizzata garantiscono pesi e contrappesi». Questo «vuol dire che Berlusconi eletto dal popolo, seppure in modo improprio perché noi siamo una democrazia parlamentare ma sulla scheda elettorale c’è il nome del capo del candidato premier,ha il dovere di continuare a governare, ha il diritto di governare e il dovere di rispettare gli altri poteri: quello giudiziario, il Parlamento e ovviamente tutti gli organismi di garanzia che nella nostra Costituzione ci sono e hanno prerogative ben precise, la Corte Costituzionale, il Capo dello Stato, le varie magistrature»
      e ancora:
"Penso cioè, pur con tutti gli errori che possono commettere, alla magistratura che nella lotta alla mafia merita assoluto e totale rispetto. Se io perdessi la fiducia nella magistratura perderei fiducia nella democrazia."

Tanto di cappello a Fini!
Gli articoli dei quotidiani qui  <<  e qui <<  per saperne di più.

27 nov 2009

SETA

di Alessandro Baricco

Una lettura dolce e impalpabile come la seta di cui parla. E altrettanto inconsistente. Che non lascia alcun segno, scivola via dai ricordi, senza far rumore. Come seta, appunto.

"Ogni tanto , nelle giornate di vento, Hervé Joncour scendeva fino al lago e passava ore a guardarlo, giacchè, disegnato sull'acqua, gli pareva di vedere l'inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita."

Baricco è bravo, non c'è dubbio. E' bravo ad usare le parole, conosce il mestiere. Peccato che al lettore non resti nulla. Parole, parole, parole, soltanto parole.
E poi quella lettera che spiazza e confonde. Una lettera che vibra di un'eterea carnalità; ma che sa tanto di finale a grande effetto, messo lì giusto per spiazzare il lettore.

Del libro è stato tratto il film omonimo nel 2007. Vale la pena di vederlo per la stupenda fotografia, per i paesaggi esotici, eterei, per i movimenti così lenti che fanno tanto Oriente e i bellissimi primo piano sui giovani protagonisti.

2 nov 2009

A mio figlio


"Waterworld" by Karin Jurick

Ogni volta che ascolto questo brano penso a te.
Penso a ciò che avrei voluto dirti , alle parole che non ti ho mai detto.
Tu che mi somigli più di quanto lo credessimo entrambi.

E ti diranno parole
rosse come il sangue, nere come la notte;
ma non è vero, ragazzo,
che la ragione sta sempre col più forte:
io conosco poeti
che spostano i fiumi con il pensiero,
e naviganti infiniti
che sanno parlare con il cielo.
Chiudi gli occhi, ragazzo,
e credi solo a quel che vedi dentro;
stringi i pugni, ragazzo,
non lasciargliela vinta neanche un momento;
copri l'amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello:
a volte passa qualcuno,
a volte c'è qualcuno che deve vederlo.
Sogna, ragazzo, sogna
quando sale il vento nelle vie del cuore,
quando un uomo vive per le sue parole
o non vive più
sogna , ragazzo, sogna,
non lasciarlo solo contro questo mondo,
non lasciarlo andare, sogna fino in fondo,
fallo pure tu!
Sogna, ragazzo, sogna
quando cala il vento ma non è finita,
quando muore un uomo per la stessa vita
che sognavi tu;

sogna, ragazzo, sogna,
non cambiare un verso della tua canzone,
non lasciare un treno fermo alla stazione,
non fermarti tu!
Lasciali dire che al mondo
quelli come te perderanno sempre:
perché hai già vinto, lo giuro,
e non ti possono fare più niente;
passa ogni tanto la mano
su un viso di donna, passaci le dita:
nessun regno è più grande
di questa piccola cosa che è la vita.

E la vita è così forte
che attraversa i muri per farsi vedere;
la vita è così vera
che sembra impossibile doverla lasciare;
la vita è così grande
che "quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo,
convinto ancora di vederlo fiorire"
Sogna, ragazzo, sogna,
quando lei si volta, quando lei non torna,
quando il solo passo che fermava il cuore
non lo senti più
sogna, ragazzo, sogna,
passeranno i giorni, passerà l'amore,
passeran le notti, finirà il dolore,
sarai sempre tu...

Sogna, ragazzo, sogna,
piccolo ragazzo nella mia memoria,
tante volte tanti dentro questa storia:
non vi conto più

sogna, ragazzo, sogna,
ti ho lasciato un foglio sulla scrivania,
manca solo un verso a quella poesia,
puoi finirla tu.

"Sogna ragazzo, sogna" di Roberto Vecchioni

1 nov 2009

Addio Alda

"Intention" by Karen Hollingsworth

A tutte le donne
Fragile, opulenta donna, matrice del paradiso
sei un granello di colpa
anche agli occhi di Dio
malgrado le tue sante guerre
per l'emancipazione.
Spaccarono la tua bellezza
e rimane uno scheletro d'amore
che però grida ancora vendetta
e soltanto tu riesci
ancora a piangere,
poi ti volgi e vedi ancora i tuoi figli,
poi ti volti e non sai ancora dire
e taci meravigliata
e allora diventi grande come la terra
e innalzi il tuo canto d'amore.
Alda Merini

17 ott 2009

La riforma della giustizia secondo mister B.

Stamattina leggendo "Il Corriere" ho trovato questa vignetta di Giannelli davvero eloquente.
Che ne dite?

16 ott 2009

Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde

di Robert Louis Stevenson

ovvero la tragica indissolubilità tra Bene e Male nella natura di ognuno di noi.
E' questa la grande scoperta di Stevenson, la grande dannazione laica, l'impossibilità di tenere separate le due entità dell'animo umano.
         
 "Benché profondamente duplice, io non ero affatto un ipocrita; tutt'e due i miei lati erano estramamente sinceri; io ero sempre me stesso, sia che mettessi da parte qualsiasi riserbo e sprofondassi nella vergogna, sia che mi affaticassi, alla luce del gorno, per il progresso della scienza o per il sollievo dai dolori e dalle sofferenze."

"L'uomo non è in verità unico, ma duplice...
 Era la maledizione del genere umano, il fatto che quei due elementi contrastanti fossero così legati insieme, che nel seno agonizzante della coscienza, questi due poli dovessero essere in continua lotta."

Questo il fulcro tematico del libro, ancora più sorprendente se consideriamo i tempi  in cui fu pubblicato: 1886, nel pieno dell'epoca vittoriana con tutti i suoi pregiudizi e perbenismi.
Leggere questo piccolo capolavoro è stato davvero un piacere. 
La struttura narrativa, la suspence, le atmosfere opache e poi quella descrizione dello sdoppiamento del dottor Jekill in mr Hyde ( = nascondere)che fa parte dell'immaginario di ogni lettore occidentale, ne fanno un capolavoro.

11 ott 2009

Il buio oltre la siepe



di Harper Lee

Ci sono libri di cui abbiamo "bisogno", libri che devono entrare nella vita di ognuno di noi e aiutarci a far propri i valori di una società civile.
Il buio oltre la siepe è uno di quei libri e non mi stupisce che in America sia il libro più letto dopo la Bibbia, nè che il sindaco di Chicago nel 2001 abbia acquistato migliaia di copie da distribuire nelle biblioteche invitando i cittadini a leggerlo.
E' stato scritto nel 1960, nel periodo segregazionista degli USA segnando il salto dal periodo buio razzista alla fase civile.
Narra la storia di un giovane nero che viene accusato della violenza su una ragazza bianca. Un avvocato, Atticus Finch, riesce a dimostrare la sua innocenza, ma il giovane viene ugualmente condannato e ucciso in un tentativo di fuga.
La voce narrante è quella della piccola Scout, figlia di Atticus e che farà da collante tra il mondo pieno di ipocrita e viziato da pregiudizi degli adulti e quello puro e autentico dei bambini.
E' un romanzo che tratta di razzismo, povertà, differenza di genere, di violenza, di amore, di relazioni fra persone nella società, di dicotomia tra apparenza e sostanza, tra vero e falso.
Con un linguaggio ironico e nello stesso tempo pietoso, divertente e commovente, riviviamo il mondo dell'infanzia che è in ognuno di noi, con i suoi miti, le sue emozioni, le sue scoperte, con il suo percorso di crescita.

"Prima di tutto"- disse, "voglio insegnarti un semplice trucco, Scout, e se lo imparerai andrai molto più d'accordo con tutti: se vuoi capire una persona, devi cercare di considerare le cose dal suo punto di vista.."

E ancora

"Figliolo...volevo che tu imparassi una cosa: volevo che tu vedessi che cosa è il vero coraggio, tu che credi che sia rappresentato da un uomo col fucile in mano. Aver coraggio significa sapere di essere sconfitti prima ancora di cominciare, e cominciare ugualmente e arrivare sino in fondo, qualsiasi cosa succede."

Giusto un assaggio della grandezza di questo libro.

Un libro fondamentale per la cultura americana ( e a proposito mi piacerebbe conoscere il parere di qualche statunitense che per sbaglio leggesse queste povere righe...) e che oggi difronte al nostro razzismo europeo, alle accuse affrettate verso i diversi, alle aggressioni contro gli stranieri, oggi sentiamo il "bisogno" di metterlo nelle mani dei nostri ragazzi.

5 ott 2009

Il Petruzzelli restituito



Sulle note di 'Casta diva' dalla 'Norma' di Bellini – l'opera rappresentata la sera dell’incendio del Petruzzelli il 27 ottobre 1991 – con la voce di Maria Callas, ieri 4 ottobre si è riaperto il Petruzzelli.
Nel silenzio generale suonano le note dell’inno di Mameli e poi quelle della 'Nona' di Beethoven, l'inno alla gioia. Quale migliore scelta per enfatizzare l'emozione di ritrovare il nostro teatro, dopo ben 18 anni.
Ecco qui una breve escursione, filmata e musicata, nella storia di un grande teatro che ritorna a vivere.
Come era, gli artisti che l'hanno fatto grande, il rogo e la rinascita. Buon ascolto

28 set 2009

Per questo mi chiamo Giovanni

di Luigi Garlando

"Papà entrò in camera mia dopo cena. Seduto alla scrivania, stavo ripassando la lezione di storia. Eravamo arrivati a Garibaldi che libera tutta la mia Sicilia, poi a un certo punto riceve una lettera e risponde Obbedisco. Solo quello: Obbedisco. Era un punto che non mi risultava chiarissimo: perché doveva fermarsi e tornare indietro, visto che continuava a vincere battaglie su battaglie? Probabilmente, quando la maestra l’aveva spiegato in classe, mi ero distratto."

Inizia così un libro affascinante e commovente, destinato a lettori giovanissimi, ma consigliato a tutti.
 Attraverso la gita di un giorno per le vie di Palermo, un papà spiega al propro figlio, nato il giorno della strage di Capaci, 23 maggio 1992, perché fra tanti nomi ha scelto di chiamarlo proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, si percorre la storia della vita di Giovanni Falcone e della sua lotta alla mafia. Usando un linguaggio nitido semplice, ricco di immagini e metafore che fanno presa sul giovane lettore, la mafia non è un concetto astratto, ma una realtà invisibile e nello stesso presente da combattere sin da ragazzi. Il mafioso è anche il bullo della scuola.

Il mostro può essere sconfitto solo da chi non accetta la sua legge ingiusta, fin dall'inizio. E' da piccoli che bisogna cominciare a dire no alla mafia.
Anche tu puoi già combattere la battaglia di Giovanni e farlo vincere. Se non accetti le ingiustizie, se difendi chi le subisce.
Questo il messaggio di speranza, l'appello rivolto ad ognuno di noi, l'eredità ricevuta da un uomo che, in nome dell'ideale della giustizia, ha dedicato tutta la sua vita a risvegliare la speranza. Falcone ha vinto nonostante Capaci perchè ha dato la speranza. La speranza di un riscatto senza precedenti. Quella speranza che padroneggia nei tanti biglietti e lettere appese sull'albero in via Notarbartolo numero 23, la casa di Giovanni e Francesca Falcone.

Giovanni Falcone amava dire "Gli uomini passano, le idee restano e continuano a camminare sulle gambe di altri uomini".
  I ragazzi hanno gambe forti e tanta strada da fare, possono portare avanti le idee più degli altri.
Mi auguro che questo libro venga molto letto e commentato, nelle scuole, nelle famiglie. Perchè la mafia va combattuta subito, senza aspettare di diventare grandi. Perchè a forza di accettare l'ingiustizia, non vedrai più l' ingiustizia 

A Falcone, Borsellino e a tutti gli uomini che come loro hanno scelto di vivere da uomini e per questo ne hanno pagato il prezzo fino alle estreme conseguenze, va tutta la nostra profonda gratitudine. A noi resta però l'impegno di onorare la loro morte, ogni giorno. Giorno dopo giorno.
Per chi voglia saperne di più mi piace segnalare la Fondazione Falcone, nata per volontà dei familiari e tesa a coalizzare tutte le energie positive che in qualsiasi parte del mondo siano disponibili per sradicare dalla società la cultura mafiosa. Questo è l'obiettivo primario della Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, un progetto di educazione alla legalità.

21 set 2009

REWIND

Quando il passato irrompe con violenza nella tua vita. Suoni, odori, volti ti trascinano in un vortice di sensazioni. Uno tsunami di emozioni.



E ancora ricordi...



"La vita è così: molta disperazione, ma anche qualche istante di bellezza dove il tempo non è più lo stesso.
E' come se le noti musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai... andrò alla ricerca del sempre nel mai.
La bellezza, qui, in questo mondo."   Qui, nel presente, ora.

di Muriel Barbery

18 set 2009

E la chiamano missione di pace


Kabul - 17 settembre 2009 -  ore 12.10 locali, ore 9.40 in Italia
Afghanistan, attacco ai militari italiani. Ancora un altro tributo di sangue.

Faccio mie le parole di Roberto Saviano nell'articolo pubblicato oggi su  la Repubblica.it
"Mi auguro che anche chi odia la guerra e ritiene ipocrita la sua ridefinizione in "missione di pace", possa fermarsi un attimo a ricordare questi ragazzi.
A provare non solo dolore per degli uomini strappati alla vita in modo atroce, ma commemorarli come sarebbe piaciuto a loro.
A onorarli come soldati e come uomini morti per il loro lavoro."

16 set 2009

Ragazzi volete il successo? Dovete studiare

Primo giorno di scuola per le piccole di casa e Roberta ritorna con una bellissima fotocopia incollata sulla prima pagina del suo nuovo quaderno di V classe.
Si tratta dello straordinario discorso che Barack Obama ha rivolto agli studenti americani  l'8 settembre per l'inizio dell'anno scolastico. Il testo  integrale lo potete leggere qui 
Bel modo di iniziare l'anno scolastico, un invito ad assumersi ognuno le proprie responsabilità: governo, insegnanti, genitori e studenti.
Riporto qui solo alcune frasi, come augurio per i ragazzi e fiducia nel futuro.

"Questo è quello che voglio sottolineare oggi: la responsabilità di ognuno di voi nella vostra educazione. Parto da quella che avete nei confronti di voi stessi.
Ognuno di voi sa far bene qualcosa, ha qualcosa da offrire. Avete la responsabilità di scoprirlo. Questa è l'opportunità che vi offre l'istruzione.
Qualunque cosa facciate voglio che vi ci dedichiate. E non avrete necessariamente successo al primo tentativo.
Nessuno è nato capace di fare le cose, si impara sgobbando. Mi aspetto il massimo impegno in qualsiasi cosa facciate. Mi aspetto grandi cose, da ognuno di voi. Rendeteci orgogliosi di voi. So che potete farlo."

Peccato che nel mio Paese non trovi nessun capo del governo o ministro che abbia l'autorevolezza di fare un discorso così. Oggi mi sento proprio xenofila!

Questo post partecipa al blogstorming

11 set 2009

I doni della vita

di Irene Némirovsky

"Alla fine c'è sempre...questa lunga vita...per la felicità dei ragazzi, mi affido alla Provvidenza, ma so bene che cosa, nella sua divina saggezza, la Provvidenza intende per felicità. Tante responsabilità, tante angosce e tante prove: insomma, i doni che la vita ci offre."
E responsabilità, angosce e prove percorrono la storia degli Hardelot e con loro si percorrono trent'anni di storia francese, da quelli che precedettero la 1° guerra mondiale a quelli che vedranno, nel momento stesso in cui Némirovsky racconta, l'occupazione della Francia da parte dei tedeschi. Un grande romanzo classico suddiviso in 30 capitoli e che si può considerare una sorta di prova generale del "Suite francese", la cui stesura Irene portava in parallelo.
Amo Némirovsky, amo la sua scrittura straordinaria, la sua penna tagliente e ironica, la sua acutissima capacità analitica nel tratteggiare profili psicologici e contesti sociologici. E fra tutti i libri della Némirovsky finora letti, amo particolarmente "I doni della vita" per il respiro più ampio, lo sguardo più profondo che si sposta dall'introspezione psicologica alle dinamiche relazionali dei personaggi, e per le tematiche complesse come quelle della vita, della morte, della guerra, dell'amore.
La gente aspettava la guerra come l'uomo aspetta la morte: sa che non le sfuggirà, gli sia concessa soltanto una proroga. "D'accordo, verrai, ma aspetta un po', aspetta che abbia costruito questa casa, piantato quest'albero, fatto sposare mio figlio, aspetta che non abbia più voglia di vivere".
E in queste pagine ho trovato tanta sofferenza, amarezza poiché
la memoria di un popolo è una cosa terribile (...) si ricorda di aver sofferto, ma non perché ha sofferto (...) e tutti i sacrifici sono stati inutili, che non c'è stato nessun vincitore..
ma ho trovato anche desiderio di sfidare il destino, di non arrendersi, di continuare ad aver voglia di vivere:
quella speranza, quel bambino, quella gioiosa sfida al destino:"Ah, ti burli di me, ma anch'io mi burlo di te!" (...) Vuoi distruggermi? E io vivo! Vuoi togliermi ogni speranza ? E allora guarda: io mi sposo, amo, mi godo la vita, ho un figlio! E più ti accanirai contro di me, più mi ostinerò!"
A turbare noi lettori c'è però la consapevolezza che, purtroppo, non basterà la forza d'animo e l'amore per la vita a salvare Némirovsky (morirà pochi mesi dopo la pubblicazione del romanzo nel lager di Auschwitz).
Come non rimanere sconvolti dal triste presagio:
La guerra finirà, finiremo anche noi, ma questi piaceri semplici e innocenti ci saranno sempre: la freschezza, il sole, una mela rossa, il fuoco acceso in inverno, una donna, dei bambini, la vita di ogni giorno...Il fragore, il frastuono delle guerre si spegneranno. Il resto rimane...Per me o per qualcun altro? Già. Per me o per qualcun altro? Quella avrebbe dovuto essere la domanda più importante, l'unica da porsi.
Un libro bellissimo, da leggere e meditare, un vero inno alla vita e ai suoi doni.

9 set 2009

Roald Dahl. Chi era costui?

Una mattina di settembre. Roberta entra nell'austera biblioteca del paese e candidamente chiede: "Vorrei prendere in prestito Il GGG di Roald Dahl"
L'impiegata della biblioteca: "Chi?"
Roby: "Roald Dalh."
"Roald Dahl...mai sentito. Comunque vado a dare un'occhiata allo schedario. No, in biblioteca non c'è nessun Roald Dahl."
Roberta sconsolata torna a casa senza il suo libro.
Ok, tocca a me. Accompagno la piccola in biblioteca. Suono il campanello. Sorriso non proprio spontaneo e ripeto la domanda di rito. L'impiegata, un po' scocciata, un po' sorpresa risponde che, come aveva già detto alla bambina, quel libro proprio non c'è. Insisto, cortesemente anche se avrei volentieri preso l'impiegata per l'orecchio e avvicinato il suo bel musino contro lo scaffale dei libri per ragazzi...ma siamo civili.
"Mi scusi, insisto. L'ultima volta che sono venuta ho visto il libro di Dahl proprio in questi scaffali"
Dopo una breve ricerca,
"Ah, eccolo! Era fra i libri non catalogati.."
"Lo so. Me l'ha detto anche l'aprile scorso quando sono venuta per I ragazzi della via Pal".
Già quella volta. Abbiamo cercato tutte e tre I ragazzi di via Pal, io, Roberta e la solita impiegata che all'improvviso esclamò trionfante: "Ecco trovato. La capanna di zio Tom!"
Ed io: "No, signora, cercavamo I ragazzi di via Pal..."

Eh già Roberta, come sono cambiati i tempi!
In quella stessa biblioteca, quando la tua mamma andava per prendere in prestito un libro da leggere l'estate, ad accoglierla c'era un burbero signore con vispi occhi cerulei e arruffati capelli bianchi. Alla domanda : "Vorrei leggere qualcosa di Pirandello" il burbero bibliotecario l' accompagnò per mano in un meraviglioso viaggio che, partendo dalle novelle giunse fino ai grandi capolavori. Un viaggio straordinario che le permise di apprezzare quel gigante che è Pirandello. Ogni volta che riportava in biblioteca il testo appena letto, lui, con un sorriso paterno e compiaciuto, le regalava il romanzo successivo.
Ma quelli erano altri tempi, Roberta.

31 ago 2009

Berlusconi sulla sua Nessma TV

Ecco le vere ragioni del viaggio di Berlusconi in Libia con omaggio delle frecce tricolori a carico...
Dedicato a tutti gli italiani.
Che lo show inizi !


24 ago 2009

Coming back home



Finalmente sei arrivata e sei già ripartita, fugace ed evanescente come una meteora.
Una manciata di giorni, giusto il tempo di aggiungere un posto a tavola, il tuo posto, di preparare il letto, il tuo letto, per dormire nella tua stanza.

Io ti osservo in silenzio, guardo il tuo viso come un ladro e imprimo nella mia mente i tuoi lineamenti come se dovessi fare il calco per immortalare le fattezze del tuo volto.

Mi accontento di poco.

Mi accontento di vederti girare per casa, di sfogliare con te le foto del tuo ultimo viaggio, di sentire la tua voce che parla al telefono, di ascoltare ciò che hai scelto di raccontarmi.

Il resto non mi appartiene, del resto non mi hai mai permesso che mi appartenesse...

Adesso non mi resta che qualche foto lasciata sul computer, il tuo odore sul guanciale, ma ancora per poco, le chiavi di casa lasciate sulla scrivania che, come in un rituale, ripongo con cura sullo scaffale della tua libreria aspettando che vengano di nuovo usate...

I saggi dicono che i figli non ci appartengono, che sono figli della smania della Vita per se stessa e che noi siamo solo gli archi dai quali i figli vengono proiettati in avanti, come frecce viventi. (Khalil Gibran-Il profeta)

Ma io non sono saggia. Io sono solo una madre.

E assomiglio sempre più a una bambina che vede scivolar via tra le dita il filo a cui è legato il suo prezioso palloncino. Un palloncino che vola via, lontano da me, mentre io resto con il naso all'insù e la mano vuota, protesa verso l'alto, che cerca impotente di trattenere ciò che non le appartiene più.
I'm waiting for you to come back home, Anna

2 ago 2009


Questo blog va in vacanza!
Mare, serate con amici, rientro della figliola a casa, anche se per pochissimi giorni, cene con parenti, passeggiate serali...sì il tempo e anche la voglia di stare chiusa in casa davanti al computer proprio non c'è.
Auguro a tutti Buone Vacanze

29 lug 2009

I will survive


Metti una sera d'estate, in un bianco paesino della terra di Puglia dove l'occidente abbraccia l'oriente dando forma a colori così brillanti come non potresti vederli in nessun altro luogo, con profumi che sanno di mare, sale, ginepro.
Metti un cielo stellato, un'aria calda riscaldata anche dalle note blues che si impossessano di tutto il tuo essere, mentre la voce strepitosa di Cheryl Nickerson ti attanaglia fin dentro l'anima.
Metti una dolce, sensuale brezza che accarezza la tua pelle mentre la musica si leva fin lassù, fino a raggiungere la luna, così bella come sa esserlo solo la luna d'oriente.
E ti chiedi come non si possa essere grati di tutto questo, di ringraziare di esserci.
E pensi che domani sarà un lungo giorno. Che domani qualcuno combatterà un'altra battaglia, l'ennesima dura battaglia per continuare a esserci.
E già Giulio, come non pensare a te. A te, guerriero solare che lotti per la vita con la voglia di vivere..
Ma domani sarà un lungo giorno.
In bocca al lupo, Giulio!

27 lug 2009

La vantaggiosa professione di moglie 2

2° parte - Come rimanere vedove in quattro lezioni

Ed eccoci alla seconda parte dell'articolo, quella più esilarante.
Stremare il marito fisicamente e psicologicamente, scrive il dott. Hutchin, é più efficace che usare un veleno o un'arma (anche più tranquillo dal punto di vista penale, direi..).
Uno dei sistemi più semplici ed eleganti è quello di trovargli impegni mondani o sociali ogni sera, specialmente nei periodi in cui è maggiormente preso dal lavoro (non dovrebbe essere poi così difficile..). E' importante che sia sempre infastidito, annoiato o depresso. Meglio se tutto questo è insieme.
Altri preziosi consigli per la vita di ogni giorno: fare in modo che gli arrivino molte telefonate durante il pasto o immediatamente dopo, quando si è appena disteso in poltrona davanti alla TV( in questo la sua mamma non la batte proprio nessuno!... oppure le telefonate di mamy non valgono?!). Non risparmiategli mai una telefonata sgradita o fastidiosa.
Volete esagerare? Se c'è una partita di Champions League, trovate un pretesto per passargli vostra madre e che non riagganci mai prima di venti minuti.
Siate sempre persuasive nel convincerlo che è insostituibile nelle incombenze che non gradisce, e che non si può delegare a nessun altro. Non desistete mai ai primi rifiuti, esortatelo, dovete essere tenaci.
Non trascurate le occasioni per ricordargli qualche preoccupazione al momento di andare a letto: è importante che dorma poco e male. Da non evitare un litigio mattutino mentre si fa la barba o beve il suo cappuccino. Ottima cosa è riprendere l'argomento, causa della lite serale.
Il dott.Hutchin consiglia alle mogli di essere sempre calme nei battibecchi, l'importante è che si arrabbi lui, cercando di non lasciargli mai l'ultima parola che deve essere sempre vostra, perché è fondamentale fargli iniziare male la giornata (a pensarci bene, questa è una sua specialità.. ma non starà mica panificando la sua vedovanza?!).
Quindi benvenuto litigio! Perché esiste un'ampia gamma di contrasti, dal piccolo battibecco al litigio furioso, idonei ad alzare la pressione del sangue, ad aumentare la frequenza del battito cardiaco, a scatenare extrasistoli e a favorire la crisi di angina pectoris.
E come ci si difende dagli attacchi coronaici? Con un salutare pianto, come raccomandavano le brave madri di un tempo alle figliole: "non discutere mai, mettersi a piangere, specialmente quando si ha torto".
Infatti lo sfogo del pianto sarebbe liberatorio e benefico: allevia l'ansia e la tensione, attenua il tono nervoso simpatico, abbassa la pressione, riduce il lavoro del cuore. (Adesso mi spiego la longevità di tante donne piagnone e ipocondriache!)
E per finire, Raab, un grande cardiologo morto suicida (e aggiungerei mal ammogliato e misogino) includeva, fra le cause del dilagare dell'infarto fra i maschi statunitensi, le mogli e le suocere, a suo parere più importanti del colesterolo e dei trigliceridi.
E a noi donne, basta sostituire il termine mogli con consorti e le pari opportunità son tutte salve, credetemi.

25 lug 2009

La vantaggiosa professione di moglie

1° parte - Come non uccidere vostro marito
Con un marito medico, a casa non mancano riviste di divulgazione scientifica. Fra le tante , la mia preferita è Cuore & Salute, una pubblicazione del centro della lotta all'infarto. E' un piacere leggerla anche per i non addetti ai lavori.
L'altro ieri ho letto un articolo spassoso: La vantaggiosa professione di moglie.
Studi americani dicono che 3 mogli su 10 restano vedove fra i 40 e i 50 anni, in maggioranza a causa dell'infarto del marito.
Un tal dottor Kent C. Hutchin ha redatto un manuale dedicato alle mogli dall'esplicito titolo "Come non uccidere vostro marito".
Premessa : la tendenza non è del tutto correggibile perché le donne , a parere del dottor Hutchin, sono più resistenti degli uomini alle difficoltà della convivenza, soprattutto ai litigi (mah, sarò io l'eccezione?) e perché sono meno esposte alle malattie coronarie (e le bistecche dove le mette dott. Hutchin?).
Premesso questo, ecco una serie di consigli per le signore:
  • Sgridate vostro marito ogni volta che accende una sigaretta;
  • nascondetegli il whisky;
  • impeditegli con qualunque pretesto di mettersi in poltrona quando rientra a casa (questo mi piace!);
  • il sabato svegliatelo presto, tiratelo giù dal letto almeno un'ora prima del solito. Trovate ogni volta un motivo diverso: spostare un mobile, dipingere una parete, fare l'idraulico. Se fate il week-end in campagna le possibilità sono più numerose e adatte ad ogni stagione: falciare l'erba, spalare la neve, potare le piante, coltivare l'orticello. Non importa se si arrabbia, l'importante e che lo faccia, specialmente se ne ha poca voglia e che non stia in ozio.
Su questo simpaticissimo dottor Hutchin, che si qualifica cardiologo e psicologo, non abbiamo notizie. Non sappiamo neppure se sia una donna , ma a me piace moltissimo.
Nella parte finale del manuale si consiglia alle mogli "come rimanere vedove in 4 lezioni".
Ma di questo scriverò nei prossimi giorni...

22 lug 2009

Ho cambiato pelle

Oggi ho cambiato pelle al mio blog.
Mi sembra che così abbia un aspetto più ordinato, più pulito.
Certo non è stato un cambiamento radicale, ma tanto quanto basta per avere un aspetto più gradevole, almeno per me.
Che ne dite?
Presumo che seguirà una fase di adattamento con altre piccole modifiche fino a quando non sarò più soddisfatta.
Graditi suggerimenti.

16 lug 2009

LA BUSSOLA D'ORO

di Phil Pullman

E' un'allegoria della condizione umana che propone grandi temi della riflessione filosofica: il daimon socratico, il libero arbitrio, il rapporto tra fede e scienza e potere, la ricerca della verità.
I diversi liveli di lettura ne fanno un libro adatto a tutti, e pur cogliendo solo il livello più semplice, resta una lettura gradevole e avvincente.
Io l'ho letto per onorare una promessa a Roberta, la quale ha così amato questo romanzo da chiedermi di condivividere l'emozione della lettura. Ho un debito di riconoscenza ora verso una bimba di 9 anni...

LA TRAMA
Lyra Belacqua ha 11 anni e vive presso il college Jordan di Oxford, in Inghilterra.
Un giorno Lyra sente casualmente una conversazione tra suo zio Lord Asriel e alcuni professori riguardo a una misteriosa Polvere che si trova solo al Polo Nord e che mette in contatto mondi paralleli.
Alcuni bambini di Oxford scompaiono inspiegabilmente e Lyra conosce la misteriosa signora Coultier che fa parte dell'organizzazione religiosa "Intendenza Generale per l'Oblazione".
Lyra parte così per un'avventurosa missione nell'Artico per liberare dai malvagi Ingoiatori i bambini scomparsi e scoprire il suo ruolo nell'universo.

Gli abitanti di Oxford vivono accanto alla loro anima , portandosela accanto come un animale domestico, il daimon, un animale parlante che incarna il loro spirito più profondo.
Mentre per gli adulti il daimon ha un aspetto stabile, immutabile, per i bambini sono mutevoli, aperti alle più diverse possibilità. La costante trasformazione dei daimon indica la dinamicità dell'apprendimento dei bambini che crescono liberi, aperti a nuovi orizzonti e sempre pronti a sperimentare nuove scoperte.
I daimon corrispondono alla parte complementare dell'uomo, l'altro diverso da sé.
il Magisterium, il potere clericale teme l'apertura dell'anima dei bambini, un bambino senza anima è un essere ubbidiente e quindi più controllabile e facile da gestire. Perciò i bambini vengono rapiti per essere privati dai loro daimon e la missione di Lyra sarà quella di impedire il massacro dell'anima dei bambini.
In questa missione Lyra sarà guidata da un aletiometro, da alethia - verità svelata; uno strumento che le permetterà di scoprire la verità in un mondo complesso.
Libero arbitrio che tanto è temuto dal potere teocratico, rapporto tra scienza e fede, il potere supremo, la diversità, la verità svelata , il viaggio verso il nord che rappresenta lo slancio verso il futuro alla scoperta di altre verità , di mondi paralleli..tutto questo fanno della bussola d'oro un'allegoria della condizione umana.

14 lug 2009

Quest'amore

" Eavesdropping" by Karin Jurick
Venticinque anni fa Angelo e Marisa hanno unito le loro vite e iniziato un cammino che li ha condotti fino a oggi vivacemente innamorati così come ho avuto la fortuna di conoscerli in questi anni.
Voglio dedicare a loro, a me, a noi, voi ... a tutti quelli che tanto hanno camminato, vissuto, amato e ancora hanno voglia di crederci... questa poesia splendida, a mio avviso una delle più appassionate dichiarazioni d'amore.


Quest'Amore


Jacques Prévert

Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l'abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso
negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E' tuo
E' mio
E' stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l'estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l'ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

10 lug 2009

la primavera dei vent'anni...

...La piazza di San Marco si fermò un istante,
Firenze, in primavera, quasi scomparì
e rimanesti solo, là, nell'inquietante
primavera dei vent'anni che nell'anima fiorì..
E andasti ad aspettarla con il cuore in gola
e dentro un'emozione antica ti bruciò...
Sciamavano ragazze fuori dalla scuola
riempiendo quella strada che s'illuminò
di voci, risa, grida, gioventù e richiami,
ma la sua voce chiara il nome tuo chiamò:
ti corse incontro accesa, ti afferrò le mani,
vi guardaste silenziosi e poi forte ti abbracciò...
E credevate che
sarebbe stato eterno quell'amore,
quel fiore non avrebbe mai visto l'inverno
,quel giorno non sarebbe mai mutato in sera,
per voi sarebbe stata sempre, sempre primavera...
Adesso dove sei, bimba d'allora,
con i tuoi sedici anni e il tuo sorriso?
Chissà se senti che ti pensa in questo autunno,
che consuma ora pianoanche il ricordo del tuo viso?
Ma i giovani s'illudono d'essere immortali
e che ogni storia duri per l'eternità;
non sanno quanti fili, trame occasionali,
si tessono o svaniscono in casualità...
Una stagione muore, un'altra prende il volo,
sai quando inizia, non se e quando finirà,
ma è bella l'illusione di un momento solo,
quella luce che ti abbaglia, anche se si spegnerà...
Ma allora, a pranzo in una trattoria,
scrutando ansiosi il tempo che passava,
poi un cinemino, persi in galleria,
per qualche bacio che però bastava...
Di corsa al treno per il tuo ritorno,
l'ultimo bacio lungo il marciapiede:
tanto veloce volò via quel giorno,
poco quel tempo da passare assieme..
Di ritornare forse le giurasti
mentre era ferma,
immobile nel pianto:
parole perse, so che non tornasti
da quella donna allora amata tanto...
E tutto è solo un episodio, un giorno,
un uscio chiuso che non si aprirà
,una partenza che non ha ritorno
come il tempo in questo autunno,
che la nebbia scioglierà......
ed io rimasi solo, là, nell'inquietante
atmosfera dell'autunno, che quest'anima ferì.....
Francesco Guccini

3 lug 2009

Tempo di esami

Un omaggio a tutti i maturandi...
In bocca al lupo!


Di spalle il professore e di fronte gli studenti: sono gli esami di fine anno nella scuola di Sangarkhel, in Afghanistan (Ap)

2 lug 2009

ciao, nonna


La morte non è niente.
Sono soltanto nascosto nella stanza accanto
Io sono sempre io, e tu sei sempre tu
Ciò che eravamo prima uno per l’altro, lo siamo ancora
Chiamami col mio vecchio nome, che ti è familiare
Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato
Non cambiare il tono di voce
Non assumere un’aria forzata di solennità o di tristezza
Ridi come facevi sempre
Ai piccoli scherzi che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.
Gioca, ridi, pensami e prega per me
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima
pronunciato senza enfasi, senza traccia di tristezza
La mia vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto.
È la stessa di prima
C’è una continuità che non si spezza.
Perchè dovrei essere fuori dalla tua mente?
solo perchè sono fuori dalla tua vista?
Ti sto aspettando, solo per un attimo
in un posto qui vicino,
proprio dietro l’angolo.
Va tutto bene.

Henry Scott Holland, 1847-1918

Jezabel


di Irène Némirovsky

Il romanzo inizia dalla fine, dall’aula di tribunale a Parigi in cui si svolge il processo a Gladys Eysenach, accusata di aver ucciso il giovane Bernard Martin.
Le prime 46 pagine non costituiscono il primo capitolo, sono piuttosto un ouverture da melodramma. Leggendole si ha il privilegio di cogliere tutta la grandezza della Némirovsky, il suo talento nello scavare nell’animo umano, nel tratteggiare figure complesse e contorte, nel comporre dialoghi perfetti.

“Una donna entrò nella gabbia degli imputati. Nonostante il pallore, nonostante l'aria stanca e stravolta, era ancora bella; solo le palpebre, di forma squisita, erano sciupate dalle lacrime e la bocca aveva una piega amara, ma la donna sembrava giovane. I capelli erano nascosti dal cappello nero. Con un gesto automatico si portò le mani al collo, cercando, probabilmente, le perle del lungo sautoir che lo ornavano un tempo, ma il collo era nudo; le mani esitarono; con un movimento lento e desolato lei si torse le dita e dal pubblico trepidante che seguiva con lo sguardo ogni suo minimo gesto si levò un sordo mormorio. «Si tolga il cappello» disse il presidente. «I giurati vogliono vederla in faccia». Lei se lo tolse, e di nuovo tutti gli sguardi si appuntarono sulle sue mani nude, piccole e dal disegno perfetto. La sua cameriera, seduta in prima fila fra i testimoni, si protese istintivamente in avanti, come per andarle in aiuto, poi riacquistò la consapevolezza della situazione e, confusa, arrossì.”

A pagina 47, con il capitolo uno, la storia si riavvolge su se stessa e comincia dall’inizio, dando un ordine ai fatti, mettendo insieme i pezzi del puzzle.

"Gladys aveva della propria bellezza una consapevolezza profonda, che non l’abbandonava mai e le dava una pace interiore in ogni momento della giornata. La sua vita era semplice: vestirsi, piacere, incontrare un uomo innamorato, e poi ancora vestirsi, piacere...".

Questa è Gladys, la protagonista di Jezabel, la seduttrice, la mangiatrice di uomini.

“Lei amava proprio questo, e proprio questo la eccitava: provare costantemente a se stessa il suo dominio sugli uomini.. Quando i suoi pensieri correvano alla vecchiaia, questa le sembrava ancora così lontana che la guardava in faccia senza tremare, e si figurava che per lei la morte sarebbe arrivata prima della fine del piacere."

Leggere questo breve romanzo è stata un’ulteriore conferma dello straordinario talento della Némirovsky, della sua impeccabile capacità di scrittura.
Adoro lo stile di questa scrittrice, la sua assoluta padronanza di linguaggio, la sua maestria nello sviluppare i dialoghi. Riesce a catturare il lettore nel vortice della sua scrittura e chiudendo il libro, resta in bocca la piacevole consapevolezza di aver gustato un pregiato champagne millesimato.
Stephen Vizinczey afferma "I grandi scrittori non sono quelli che ci dicono di non giocare col fuoco, ma quelli che ci bruciano le dita."
Irène Némirovsky sta bruciando tutte le mie...

P.S. Gladys-Jezabel mi ricorda tanto un certo personaggio sceso in campo della politica...

30 giu 2009

mare mattutino

alba sul mare - foto di s. gianfranca
Fermarmi qui! Mirare anch'io questa natura un poco.
Del mare mattutino e del limpido cielo
smaglianti azzurri, e gialla riva: tutto
s'abbella nella grande luce effusa.
Fermati qui. Illuso di mirare ciò che vidi davvero l'attimo che ristetti,
e non le mie fantasie, anche qui,
le memorie, le forme del piacere.
Costantino Kavafis

28 giu 2009

Lessico famigliare

di Natalia Ginzburg

Lessico famigliare narra in un registro diaristico la storia famigliare di Natalia Ginzburg nello sfondo storico del periodo fascista fino al dopoguerra.
Si tratta, quindi, di un esercizio di memoria ed, essendo la memoria labile, i libri tratti dalla realtà sono spesso esili barlumi e schegge di quanto è visto e udito.
La storia di ogni famiglia è anche depositata nel linguaggio, nell'uso di parole speciali, nel gergo domestico che è segno di appartenenza, di familiarità.

Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all'estero: e non ci scriviamo spesso. Quando ci incontriamo, possiamo essere, l'uno con l'altro, indifferenti o distratti, ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase: una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte nella nostra infanzia. per ritrovare ad un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole. Una di quelle frasi o parole ci farebbe riconoscere l'uno con l'altro, noi fratelli, nel buio di una grotta, fra milioni di persone.

E' questa la forza di questo libro, l'uso del gergo domestico come segno di appartenenza.

Un libro che tuttavia non sono riuscita ad apprezzare nel suo complesso, che ho trovato piuttosto ripetitivo e nelle espressioni e nelle situazioni. Certo, espressioni e frasi ripetute troppo spesso avranno avuto lo scopo di creare familiarità anche nel lettore, ma nel mio caso hanno solo abbassato il livello di godibilità della lettura.

E poi, quanto mi è sembrata snob la Ginzburg!
Quel suo sciorinare in tutto il libro le amicizie dai nomi altisonanti degli intellettuali che frequentavano la sua casa: Togliatti, Turati, Sion Segre, Pavese, Balbo, Olivetti...
Ma questa sarà solo una sana e pura invidia , la mia.

Un libro che, tutto sommato non sono riuscita ad amare.
Credo che l'orgoglio di aver vissuto in una famiglia della alta borghesia intellettuale degli anni del fascismo abbia finito, forse, con l'oscurare la Ginzburg scrittrice.
O forse, l'ho solo letto in un momento sbagliato. Forse.

24 giu 2009

E poi, pioggia d'estate...

Sapete che cos'è una pioggia d'estate?

All'inizio la bellezza pura irrompe nel cielo, quel timore rispettoso che si impadronisce del cuore, sentirsi così irrisori al centro stesso del sublime, così fragili e così ricolmi della maestà delle cose, sbalorditi, ghermiti, rapiti dalla magnificenza del mondo.
Dopo, percorrere un corridoio e d'improvviso penetrare in una stanza piena di luce. Un'altra dimensione, certezze appena nate. Il corpo non è più un involucro, la mente abita le nuvole, sua è la potenza dell'acqua, si annunciano giorni felici, in una nuova nascita.
Poi, come le lacrime, che sono talvolta tonde, abbondanti e compassionevoli, si lasciano dietro una lunga spiaggia lavata dalla discordia, così la pioggia estiva, spazzando via la polvere immobile, è per l'anima degli esseri come un respiro infinito.

Quindi certe piogge d'estate si radicano in noi come nuovo cuore che batte all'unisono con l'altro.

23 giu 2009

Movin' Up Rock

Orgoglio di mamma.

Roberta che strimpella al pianoforte. La prima esibizione pubblica dopo le sue prime lezioni di piano.

GRANDE ROBERTA !

10 giu 2009

Il calore del sangue

di Irène Némirovsky

"Il calore del sangue" è un romanzo breve ma densissimo, da centellinare come un vino pregiatissimo.
E’ ambientato nello stesso paesino del Morvan dove Némirovsky con la sua famiglia cercò inutilmente rifugio dalle leggi antirazziali e dove sarà arrestata nel luglio del ’42 e deportata ad Auschwitz (morirà pochissimi mesi dopo).
E’ ritratta la tranquilla provincia rurale francese, ma già dalle prime pagine, con la sua straordinaria soave crudeltà, Némirovsky insinua poche note stridenti che aprono voragini inaspettate nella superficie apparentemente tranquilla e cristallina delle vite dei protagonisti.
Come un fiume sotterraneo di lava e fuoco che scorre impetuoso nelle vene, il calore del sangue

è l’inconfondibile espressione della giovinezza, colma di sfida, irrequietezza e slancio…
Chi non ha visto un fuoco simile deformare e piegare inaspettatamente la sua vita..?


La giovinezza infiamma le vene fino a spingere a compiere azioni spregiudicate, perfino delittuose pur di non rinunciare alla passione , alla fame di vita.

come sono belle le follie d’amore!per giunta si pagano talmente care che centellinarle, a se stessi o agli altri, è inutile. Sì, si pagano sempre.

E infatti pagheranno Colette, Brigitte , così come hanno già pagato i lori genitori, quando anche loro a vent’anni sono stati travolti dal fiume impetuoso della gioventù.

Una fiammata che travolge ogni cosa nel giro di pochi mesi, pochi giorni, a volte poche ore; poi si spegne. E non resta che fare il conto dei danni.

E Némirovsky usa la sua penna come lancia crudele contro chi ha dimenticato sé stesso, ha rinnegato la sua vitalità, ha rinunciato a vivere. Ormai vecchio, freddo e saggio.

9 giu 2009

elezioni 2009


Questa vignetta di Giannelli mi è piaciuta tanto... decisamente eloquente.


Trascrivo alcune considerazioni di José Saramago postate sul suo blog all'indomani delle elezioni europee.
C'è poco da commentare, ahimè.

"Già altre volte mi sono chiesto verso dove si dirigesse la sinistra, e oggi ho la risposta: lì da qualche parte, umiliata, a contare i miseri voti raccolti e a cercare le cause della loro esiguità. Quella che è arrivata ad essere, in passato, una della più grandi speranze dell’umanità, capace di mobilitare le volontà facendo semplicemente appello a quello che di migliore caratterizzava l’essere umano, e che col passare del tempo è riuscita a creare i cambiamenti sociali e i proprio errori, le sue stesse perversioni interne, ogni giorno più lontana dalle promesse originarie, assomigliando sempre di più agli avversari e ai nemici, come se fosse l’unica maniera per farsi accettare, ha finito per ridursi in pantomima di se stessa, in cui concetti di altre epoche sono stati utilizzati per giustificare azioni che questi stessi concetti combattevano.
Scivolando progressivamente verso il centro, azione proclamata dai suoi promotori come la dimostrazione di una genialità tattica e di una modernità inappagabile, la sinistra sembra non aver capito che si stava avvicinando alla destra.
Se, nonostante tutto, è ancora capace di imparare dalle lezioni, questa appena presa vedendo la destra superarla in tutta Europa, dovrà interrogarsi, rispetto a ciò che resta delle loro proposte, sulle cause profonde dell’allontanamento indifferente delle sue fonti naturali d’influenza, i poveri, i bisognosi, ma anche i sognatori.
Non è possibile votare a sinistra se la sinistra ha smesso di esistere."

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