La bellissima preghiera laica che lo scrittore dedica alle vittime dell'ultimo naufragio a sud della Sicilia
Mare nostro
che non sei nei cieli
e abbracci i confini dell’isola e del mondo,
sia benedetto il tuo sale,
sia benedetto il tuo fondale.
Accogli le gremite imbarcazioni,
senza una strada sopra le tue onde,
i pescatori usciti nella notte,
le loro reti tra le tue creature
che tornano al mattino
con la pesca dei naufraghi salvati.
Mare nostro,
che non sei nei cieli
all’alba sei colore del frumento,
al tramonto dell’uva di vendemmia,
ti abbiamo seminato di annegati
più di qualunque età delle tempeste.
Mare nostro,
che non sei nei cieli
tu sei più giusto della terraferma
pure quanto sollevi onde a muraglia e poi le abbassi a tappeto.
Custodisci le vite,
le visite cadute come foglie sul viale,
fai da autunno per loro,
la carezza d’abbraccio
bacio in fronte
di madre e padre prima di partire.
Erri De Luca
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